domenica 23 giugno 2024

Recensione del libro "Paradiso" di Stefano Dal Bianco

Paradiso di Stefano Dal Bianco

Scheda tecnica
TitoloParadiso
Autore: Stefano Dal Bianco
Editore: Garzanti
Genere: Poesia
Pagine: 160
Pubblicazione: 8 marzo 2024
Formato: Ebook e copertina flessibile
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Un uomo se ne va a spasso col suo cane per le strade, i sentieri, i boschi, i campi e lungo il fiume nei pressi di un piccolo borgo nelle colline senesi. Tutti i giorni, per tante stagioni, l'uomo e il cane imparano e scoprono qualcosa, incappano in avventure nuove. Si crea così una sorta di concerto a tre voci, dove la terza, onnipresente e silenziosa, ma non del tutto, è quella del paesaggio. Una natura apparentemente non corrotta, a volte protettiva, a volte sottilmente inquietante, ma sempre in grado di trascendere, o di coprire, la penosa pena del vivere. Il paradiso è qui, sembra dire questo libro, quasi in barba alle tristezze e alla negatività di molta poesia di oggi. Eppure non c'è alcuna rimozione del dramma individuale e collettivo contemporaneo, che invece rimane ben presente, ma come se davvero fosse stato superato e relegato sullo sfondo da una sorta di superiore, adulta, saggezza. La voce affabile e magnetica di Stefano Dal Bianco raggiunge qui una rara felicità di pronuncia lirica, e si conferma una tappa obbligata per chiunque voglia orientarsi nel ricchissimo spettro della poesia italiana.
La prima cosa che mi ha colpito è  la scorrevolezza dei testi ,la mancanza assoluta di una ricerca esasperata di “parola ad effetto”, di un pensiero più simile ad una equazione quantistica da risolvere, rispetto ad una linearità che comunichi immediatamente emozioni. L'Autore ha dalla sua, esperienze di Ricerca Linguistica Universitaria e il trasmettere il “senso’ della parola, risulta semplice, lineare, naturale. La profonda affezione al mondo della natura, agli animali del bosco, nell'immagine del falchetto che combatte contro la tempesta, sono metafore del nostro vivere quotidiano. La vera modernità che io ho respirato leggendo, non è una realtà virtuale immersa in un device, ma il recuperare sensazioni più  intime e percepibili, pur nel limite della nostra umanità. Una passeggiata nel bosco, il giocare col proprio cane, innamorarsi della luna, degli alberi, dei colori, dei fiori.
"Ciò che si vede dalla mia finestra è stato bellissimo sempre. Ci sono campi coltivati e tra i campi macchie di vero bosco, lingue di vegetazione tenebrosa, mentre altre lingue di radura erbosa si inoltrano tra i boschi nelle alture, strisce di prati parati a lambire veri o verosimili paeselli. A seconda del giorno e dell’ora del giorno tutto si trasforma grandemente e senza una punta di orgoglio, in consapevole omertà, la valle può nascondersi in un mare di nebbia o sorridere alla luce o chiazzarsi dell’ombra delle nuvole o flettersi umilmente ai temporali. Chi stesse dietro ai vetri della mia finestra imparerebbe ogni giorno qualche cosa ma non io, io penso di sapere già tutto, io mi disinteresso di ciò che non mi viene addosso portandomi pensieri portandomi parole che questa onnipresente permanente vallata si premura a tutt’oggi di assorbire tentando rispettosamente di salvarmi."
Mi permetto di evidenziarvi che Stefano Dal Bianco, con molto coraggio, lancia un grido di disperata angoscia che io condivido:

"se perdiamo l’amore per la Natura, perdiamo noi stessi". Questo libro non è  destinato ad ammuffire sugli scaffali dei market, tra anonime pagine concepite con l’AI. Carta, penna, calamaio. Un sistema forse antico, ma indelebile nel tempo.

Buona lettura dal vostro Stephen

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