Recensione libro "L’orchestra rubata di Hitler" di Silvia Montemurro edito Salani
Scheda tecnica
Titolo: L'orchestra di Hitler
Autore: Silvia Montemurro
Editore: Salani
Genere: narrativa storica
Pagine: 352
Pubblicazione: 13 Maggio 2021
Formato: Ebook e cartaceo
Berlino, anni Trenta. A Elsa hanno sempre chiesto di obbedire, di fare prima la brava bambina, poi la perfetta moglie tedesca. Intorno a lei, molte donne hanno fatto lo stesso, pronte a servire il Reich accanto ai loro uomini invincibili. Ma l'equilibrio fragile sul quale è costruita la sua vita sta per spezzarsi: suo marito Heinrich, ufficiale delle SS, ha ricevuto un importante incarico segreto, e per la prima volta non è disposto a parlarne con lei. Per scoprire di cosa si tratta, una sera lo segue di nascosto, lo vede entrare in un appartamento, parlare con un superiore, infine trafugare la custodia di un violino. Non un violino qualunque: un Guarneri del Gesù, uno dei pochi esistenti, dal valore inestimabile. Ma Elsa vede anche un'altra cosa: la foto della ragazza che possedeva quello strumento, nei cui occhi riconosce una sofferenza comune. Decide così di cercarla, a qualunque costo, anche se questo significherà mettersi in grave pericolo e gridare la sua voglia di libertà in faccia all'uomo più pericoloso che il Novecento abbia conosciuto. Riportando alla luce uno dei crimini meno noti della storia nazista, Silvia Montemurro compone e dirige un'opera a due voci, quelle di due donne divise dalla Storia e unite dalla musica.
Silvia Montemurro consegna al lettore una storia che ripercorre un periodo
storico da dimenticare perché ha condotto l’essere umano all’annientamento della propria dignità, regalandoci una storia di
speranza, di amicizia collante tra il male e
il bene e un buon auspicio futuro. Tutti noi conosciamo il periodo dell’Olocausto, chi tramite i propri nonni chi tramite le fonti storiche e documentari; tutte noi abbiamo
nelle orecchie il suono del violino e quelle note stridule che accompagnavano
gli ebrei nelle deportazioni…la musica, la protagonista principale di quel
periodo tragico che non donava sollievo ma tristezza sottolineando l’orrore
delle gesta umane partorite dalla mente di una sola persona. In questa storia,
l’autrice però vuole evidenziare il sentimento dell’amicizia e della bontà
d’animo tra due donne che non si incontreranno mai ma che sono legate dall'amore della musica e dal violino; due donne: una ebrea e una moglie di un ufficiale
tedesco, i cui destini si intrecciano e camminano parallelamente tramite le corde vibranti del violino che suonano percorrendo due periodi temporali
differenti; due donne destinate a non incontrarsi mai, solo a toccarsi e sfiorarsi seppur inconsapevolmente. Ho letto tanti libri e guardato film e documentari del periodo, ma
questo libro mi ha sorpresa ed emozionata in modo particolare per un semplice
motivo: tutte le storie e/o i saggi si poggiano su storie vere, il libro invece
racconta una storia “romanzata” e ricostruita tramite le fonti, perciò ancora
più strabiliante, in quanto la storia pur non essendo vera, è come se lo fosse
in quanto tali avvenimenti non partoriscono dalla mente geniale dell’autrice,
ma sono realmente esistiti e raccontati come se si basassero su una storia
vera. L’autrice è stata geniale e la sua bravura si evince dalla struttura del
libro e dal linguaggio utilizzato attento a raccontare una storia veritiera
seppur non vissuta in prima persona, attenendosi alle fonti storiche. Complimenti Silvia, per essere riuscita a
tenere alta la mia attenzione, a farmi emozionare e a far sussultare il mio
cuore nel leggere e vivere determinate scene. Lettura consigliata.