Recensione libro
La seconda moglie di
La seconda moglie di
Scheda tecnica
Un romanzo d’amore, intriso di femminilità e dirompenza
sentimentale. Un ricco e benpensante uomo borghese della Londra vittoriana ed
una giovane donna ribelle della nobiltà Londinese vengono “fatti fidanzare”
dalle loro famiglie per un conveniente matrimonio. Un classico, si direbbe, della società e dei
romanzi in genere. E cosa ne è dell’amore, dei sentimenti, dell’umanità, delle
persone? Uno stile di vita ossessionato dalla ricchezza, dal prestigio,
dall'apparenza, dalla reputazione può trasformarsi da trappola a libertà di
essere sé stessi? Scopriremo le risposte stando a guardare dalla prima fila,
la storia delle madri e dei padri, dei figli e delle figlie, protagonisti di
questo romanzo coinvolgente ambientato a fine Ottocento nel Regno Unito e per
nulla scontato neanche per i nostri giorni “moderni” e digitali. Mutano i
tempi, ma gli essenziali dell’umanità restano immutati.
Uno spirito inquieto è libero per natura e le briglie non
fanno altro che accrescere sentimenti di rabbia e ribellione. Lavinia Roseland,
figlia del Cinte di Carvanon, giovane aristocratica per nascita, fervente
femminista per scelta, vive nel cuore del vortice di un mondo che corre verso
la modernità, ma ancora zavorrato nel passato. Quello di fine Ottocento.
Per avere un’idea del senso di libertà di questa donna e del
profondo sentimento di rivalsa, nei confronti di una società maschilista, basti
pensare che assieme alla sua combriccola di amiche, accanto all’impegno per il
diritto di voto alle donne, trova posto l’abitudine di incontrarsi in privato
in un prestigioso club precluso alle donne, travestite da uomini. Per una donna così all’avanguardia, causa di
vergogna per la sua aristocratica famiglia, per un mero motivo economico e per
convenienza sociale, essere destinata al matrimonio è la condanna al fuoco
eterno.
Lord Edward Montegue, visconte per acquisizione e non per
nascita con ambizioni politiche, rimane vedovo prematuramente. La sua Elisabeth
era la donna perfetta, così almeno credeva. Doveva risposarsi per convenienza,
per acquisire prestigio e conquistare appoggi politici nell’aristocrazia.
Sposare Lavinia, cugina della sua prima moglie è un compromesso, reso
sopportabile solo dai vantaggi futuri. Uomo pragmatico, freddo, ligio al decoro
e alle apparenze, gestisce la nuova moglie in modo cinico e distaccato non
consumando neanche il matrimonio, solo per poterlo impugnare nel caso gli
accordi non fossero stati rispettati.
Mentre la loro misera quotidianità si svolge, intorno gli
eventi incalzano. Il padre di Lavinia scomparso misteriosamente, lascia una
situazione patrimoniale disastrosa, uno zio affannosamente si preoccupa di
gestire i conti e circuire sua madre. Una donna distaccata, che provoca in
Lavinia sentimenti di lontananza e freddezza. Come farà ad uscire dal suo inferno? Chi le verrà in aiuto?
Come farà a riconquistare sé stessa e la sua libertà?
Questa è una storia di scontri tra contrasti. La passione e
l’emotività di Lavinia contro il cinismo e la freddezza di Edward. Intorno a
loro si muovono sentimenti simili ed altrettanto contrastanti.
APPROFONDIMENTO.
La seconda moglie è un romanzo dirompente e delicato.
Esprime un tema molto sentito ancora oggi, quella della parità tra persone. È
ingiusto che il fatto di essere donna, per la società e non per scelta,
significhi avere un destino di rinunce. Noi, donne di oggi, siamo grate alle Suffraggette
che a metà Ottocento hanno lottato tenacemente per il diritto di voto e a tutte
le donne a gli uomini che ancora prima hanno portato avanti questa battaglia di
giustizia sociale. Ringrazio l’autrice per aver messo al centro del romanzo un
personaggio come Lavinia. Una donna di oggi in un mondo antico. La lotta per la parità porta in sé un messaggio
importantissimo che è quello della libertà di poter essere sé stessi. Come accade a molte persone con una visione
del mondo che vola ben oltre il conformismo imperante, Lavinia sembra una
viaggiatrice del tempo. La vediamo apparentemente piegarsi alla volontà della
famiglia, acconsentendo al matrimonio. La vediamo soffrire, ma non diventa mai
vittima, la vediamo reagire. Non cambia la sua natura, bensì la impone,
tentando di non cambiare tutto il mondo, ma solo il suo. Con gli occhi di
Lavinia conosciamo Edward, personaggio maschile cinico e freddo, borghese e
conformista che vuole cambiarla e domarla. Il loro rapporto è una metafora,
libertà contro mania di controllo. Il risultato è uno scontro titanico, uno dei
due deve soccombere. Esiste però un’altra via, quella della scoperta di sé in
situazioni nuove.
Tralasciando alcuni dettagli sul linguaggio, l’autrice è
stata davvero molto brava nel trasmettere prima la durezza dello scontro tra i
due e poi con molta delicatezza lasciarci intravedere le crepe che iniziano ad
indebolire le armature dei due titani. Lo scontro diventa compenetrazione e
fusione.
Cuore del romanzo è l’amore e le sue tante declinazioni, che
con la sua imprevedibilità, può cambiare il corso degli eventi aiutando le
persone a riconoscere lati di sé sopiti in un luogo profondo ed inesplorato. Una finestra aperta dalla quale si osserva, come spettatori
in prima fila, la vita svolgersi nella Londra vittoriana ed i suoi dintorni.
Siamo alla fine del XIX secolo, in un’Inghilterra in piena rivoluzione
industriale, contenitore del brodo primordiale della modernità. La società vede
il sorgere di una nuova classe sociale, la borghesia. Famiglie ricche e
benestanti, guardate con diffidenza da quelle nobili e aristocratiche. Non solo il rango, ma gli affari e
l’arricchimento danno vita ad una nuova ricchezza, ad una nuova nobiltà.
Sebbene l’800 sia stato il secolo della radio, dell’elettricità,
come ricorda l’autrice, qualcosa è
ancora zavorrato nella mentalità imperante: il perbenismo, l’attenzione alle
apparenze, la fissazione maniacale sulla reputazione e le donne sottomesse,
eterne educande, che studiano il giusto per non sfiguare in società accanto ai
facoltosi mariti se sono ricche o peggio nobili; lavoratrici sfruttate e pagate meno degli
uomini se sono povere e per mangiare
vanno in fabbrica assieme ai loro bambini e bambine, futuri membri miserabili
di quella nobile e borghese società londinese. Le donne non accedono agli studi, non votano, se leggono
troppo allora hanno i grilli per la testa e distolgono la loro attenzione dal
mantenere il conformismo dell’epoca. In questo periodo di grande vivacità ed
effervescenza, le donne non sono rimaste indietro, hanno iniziato a riunirsi, a
discutere della loro condizione, prima di allora tollerata, a ribellarsi a
chiedere di essere libere come gli uomini. Nel Regno unito, a metà del secolo,
il movimento delle suffraggette è in pieno svolgimento.
Leggetelo!!!
Recensione di Lucrezia
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