Vittima di diffamazione web: un libro-denuncia per raccontare la verità
Sempre più attuale il problema delle fake news, storie che sciacalli del web che fanno nascere e diffondere senza pietà nei confronti delle vittime. Come la storia di Marina Adele Pallotto, nata a Sulmona, ma cresciuta a Macerata, vittima di una campagna mediatica infangante cominciata nel 2014 quando fu candidata nel Movimento 5 Stelle alle elezioni europee. La sua storia è finita in un libro, “Una stellin prestata alla politica nel web 2.0” edito da Lupi Editore.
“Non è una storia facile da scrivere la mia – racconta Pallotto – sono stata attaccata violentemente dal sistema mediatico attuale che troppo spesso ha interesse a screditare il web.”
La vicenda che ha visto la scrittrice e politica Maria Adele Pallotto protagonista suo malgrado, riguarda la diffusione sul web di sue fotografie, alle quali vennero affiancate fotomontaggi e foto osè che però non ritraevano lei. Una macchina del fango per distruggerla politicamente con la complicità della stampa locale della sua città che ha ripreso i commenti anonimi apparsi sul web e ne ha fatto articoli infamanti oggi al vaglio della magistratura.
“Quando la macchina del fango è partita – dice Pallotto – mi sono sentita abbandonata dal M5S che ha rimescolato nel marcio senza darmi alcun tipo di assistenza comunicativa”.
Il suo giudizio sul Movimento però è feroce: “La mia esperienza nel M5S è stata decisamente deleteria. Mi sono trovata in una situazione completamente fuori controllo e nessuno dal Movimento mi ha aiutato.
Marina Adele Pallotto è una comune cittadina che è stata candidata dalla Rete alle elezioni europee del 2014 ed è assurta alla cronaca in una versione scandalistica ma irreale. È nata a Sulmona e risiede a Macerata, si è laureata in giurisprudenza e dal 2005, ottenuto il ruolo, insegna nella scuola primaria. Subisce una “caccia alle streghe” da parte di chi, tutelato dall’anonimato, istiga altri ad abusare della propria autorità per allontanarla dal suo posto di lavoro. Viene consacrata definitivamente come “nemica pubblica” da un movimento politico nato in rete che la espone alla gogna social-mediatica. La sua candidatura viene gestita nelle forme dell’anonimato del web 2.0 e si delinea da subito come diffamazione aggravata dall’uso del mezzo tecnologico. L’organizer del movimento di Macerata diffondeva, contestualmente alla pubblicazione del suo nome sul sito di Beppe Grillo, un archivio anonimo on line dove appariva una pagina di un sito per modelle. Quelle informazioni venivano riprese da due testate giornalistiche locali, presenti anche on line.
Senza alcun tipo di assistenza da parte di chi l’aveva candidata, affrontava la gogna mediatica che la rendeva il facile e gratuito bersaglio di tutti gli “imbecilli del web 2.0”. Definita come “la starlette della politica italiana”, veniva accostata a pornostar e a “un’incerta” candidata del m5s in topless e perizoma consacrata a Romano Prodi.
Passate le elezioni, affrontate a proprie spese senza alcun tipo di rimborso elettorale, chiedeva assistenza legale allo spettabile Staff di Beppe Grillo per i procedimenti di diffamazione a mezzo stampa che avrebbe dovuto affrontare di lì a venire. Non riceveva alcuna risposta. Mentre l’ordinamento non è pronto ad affrontare le nuove problematiche della Rete e dare risposte ai suoi utenti, Marina si dimette da quel movimento politico che l’aveva candidata. II libro «Una Stellin prestata alla politica nel Web 2.0» è la doverosa e attuale riflessione nei confronti di chi usa la Rete per manipolare la coscienza e volontà altrui facendo leva su nuove ambiguità comunicative che rasentano il tragicomico nelle dinamiche buffonesche del world wild web, selvaggia valvola di sfogo di ogni male sociale.