Recensione libro
La pupilla iriverente di Rita Mariconda
Queen Edizioni
Scheda tecnica
Titolo: La pupilla irriverente
Autore: Rita Mariconda
Editore: Queen Edizioni
Genere: Rosa / Storico
Pagine: 306
Formato: Kindle e copertina flessibile
Pubblicazione: 26 Settembre 2019
Rebecca, figlia illegittima della duchessa St. John, è l’unica erede dell’antico ducato. Costretta contro la sua volontà ad abbandonare l’amata Scozia, si reca a Londra, dove incontra il suo tutore Alexander, il settimo duca di Lennox, un uomo freddo e oscuro. La fiera e solare insolenza di lei si scontrerà con la rigida autorità del bell’aristocratico.Tra i due si accenderà un fuoco inatteso che gli eventi e le situazioni tenteranno di spegnere in ogni modo. Sullo sfondo della tranquilla Londra vittoriana hanno vita gli intrighi che condurranno la ribelle Rebecca e il rude Alexander verso un inevitabile destino.
"Io sono maleddetto danny. Maledetto. Tutto ciò a cui mi affeziono scompare o muore..."
Penso che questa frase racchiuda il significato del romanzo e ci spieghi la psicologia del protagonista principale del romanzo.
La pupilla
irriverente è un regency rosa storico, un genere che apprezzo e che mi piace leggere, come se fosse una macchina del tempo che mi riporta indietro, in quel mondo fatato di Duca e Marchesi, Principesse e Duchesse dagli ampi abiti sontuosi; un periodo in cui
mi sarebbe piaciuto vivere, anche se trattasi di un periodo in cui il ceto
sociale governava ed influenzava l’esistenza degli uomini. L’autrice mi ha
traghettato nel periodo tra il 1843 e il 1863 tra Londra e Scozia, in piena età
Vittoriana. I protagonisti Alexander James Volkodin Spencer, settimo duca di
Lennox, emissario di fiducia della regina Vittoria, detto Lonewolf e Rebecca
Harrietta Philippa St. John, figlia illegittima di Harrietta sono un connubio
perfetto, se da un lato vi è la serietà e freddezza del duca, dall’altro
troviamo un carattere forte ma allegro, scandito da ribellione ed emancipazione
femminile. Rebecca, dapprima “diseredata” ed allontanata perché illegittima e
lasciata crescere da una vecchia zia in Scozia, poi riconosciuta come l’unica
erede ed affidata ad Alexander come “pupilla” da educare ed inserire nella
società inglese.
Attraverso
Rebecca, l’autrice ci evidenzia alcuni cambiamenti che caratterizzarono l’inizio
dell'emancipazione femminile nel periodo vittoriano: Rebecca non è la
classica dama che impara a cucire o a suonare il pianoforte, ma una donna che
ama studiare medicina, che va a cavallo e sa maneggiare le armi, ma soprattutto
decide chi sposare e chi non e tiene testa ad un duca “vecchio stampo”.
“Dopo aver
dato una veloce occhiata ai libri sugli scaffali, scelse Nuovi metodi
risolutivi per fratture e lussazioni, di Percival Pott. Rebecca si interessava
molto di medicina e chirurgia…le regole londinesi imposte alle signorine di
buona famiglia proibivano di leggere trattati di medicina sperimentale”
I battibecchi tra il Duca e Rebecca, sono un vero spasso da leggere e rendono la
lettura fruibile e scorrevole. Ma ciò che caratterizza il libro è la psicologia
del conte, i cui occhi sono freddi come il ghiaccio, ma nascondono un cuore
segnato e cicatrizzato da ampie ferite.
“Lei era
proprio quello che ci voleva per penetrare quel muro fatto di dolore e
insofferenza che Alexander aveva eretto per sopravvivere. Solo il tempo li
avrebbe dato ragione”
Sarà una
bella sfida per tutte voi leggere il romanzo e vi lascerà addosso una bella
sensazione alla fine della lettura, tanto vi ci affezionerete a questi due
protagonisti testardi che vivono l’amore in maniera inconsapevole.
Molto belle le
descrizioni degli ambienti vittoriani e delle traversate nell’Oceano Atlantico.
Linguaggio
ricco di aggettivi e dialoghi umoristici con vena ironica, curato nei dettagli
e ambientazione storica. Lettura fruibile tra complotti, rapimenti e
riflessioni attraverso le vicissitudini affrontate dai nostri protagonisti.
Leggete,
sognate, ma soprattutto prendete esempio da Rebecca, l’indomita pupilla
irriverente. Io l'ho letto in tre giorni, pensate 306 pagine in tre giorni, e voi in quanto tempo lo leggerete?
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