lunedì 12 novembre 2018

Recensione libro "La foresta" di Joe R. Lansdal, Einaudi, Amazon


Recensione libro

La foresta di Joe R. Lansdal

Einaudi
Amazon





Scheda tecnica

Titolo: La foresta
Autore: Joe R. Lansdale
Editore: Einaudi
Pubblicazione: 20 Gennaio 2015
Pagine: 347
Genere: Narrativa contemporanea / Avventura
Formato: Kindle e copertina flessibile

Dopo aver perso entrambi i genitori durante un'epidemia di vaiolo, Jack Parker ha deciso di lasciare il Texas per trasferirsi in Kansas. Ma sulla strada incrocia una banda di fuorilegge che gli uccidono il nonno e rapiscono Lula, la sua sorella minore. Jack si mette allora sulle loro tracce, accompagnato da una squadra di cacciatori di taglie che più insolita non potrebbe essere: un nano colto e melanconico, dalla mira infallibile; un nero gigantesco, che si guadagna da vivere scavando fosse; una giovane prostituta dalla lingua lunga e il cuore d'oro; uno sceriffo con la faccia e il corpo coperti di cicatrici. "La Foresta" è un viaggio in un'America del primo Novecento che somiglia molto a quella di oggi...

Il giorno in cui Jack e Lula vennero prelevati dal nonno e trascinati al traghetto, non sapevano che presto si sarebbero ritrovati in una situazione peggiore di quella che già gli era toccata in sorte. Jack non poteva immaginare che presto avrebbe iniziato a frequentare un pistolero nano, il figlio di uno schiavo e un mastodontico maiale sempre inferocito o che avrebbe trovato l’amore.
 Come ho scritto nella breve introduzione qui sopra, presa dalla quarta copertina del libro, i due protagonisti di questa storia sono due fratelli Jake e Lula, a cui muoiono i genitori per un’epidemia di vaiolo e sono costretti dal nonno, pastore di una chiesa, a intraprendere un lungo viaggio con lui per raggiungere una lontana zia di cui hanno a malapena un vago ricordo. Durante il viaggio però, si trovano a dover attraversare un fiume su un traghetto e lì fanno l’incontro che cambierà per sempre i loro destini. Infatti la loro strada incrocia quella di alcuni banditi, tra cui Cut Throat Bill che dopo aver ucciso il nonno, rapisce la sorella lasciando il povero Jack da solo in un mondo a lui sconosciuto. Quest’ultimo però decide di non darsi per vinto e parte alla ricerca della sorella: un lungo viaggio che alla fine lo trasformerà in una persona nuova, in una persona pronta per vivere in un mondo, quello del West descritto dall’autore come un mondo violento, appassionato, incalzante e grottesco.
 Non mi è mai importato granché delle armi, e certo non mi appassionano come succede ad altri, ragione per cui raramente ne ricordo i dettagli. Una pistola è uno strumento, ma non ho mai imparato ad amarne una come mi capita con rastrelli o le zappe.
Quando fummo ripartiti, espressi la mia opinione in proposito a Shorty, che in quel momento cavalcava vicino a me, insieme a Spot. Gli dissi che l’idea di avere una pistola mi dava un certo conforto, ma non ero certo di saperla usare abbastanza bene da schierarmi in prima linea.
«Posso rammentarti che hai già usato un’arma, e con ottimi risultati?» disse Shorty.
«È stata una coincidenza. Ho continuato a sbagliare mira finché non ho fatto centro.»
«In tal caso, sarà meglio che arrivi il più vicino possibile al bersaglio. Stammi a sentire. Ti sei dimostrato coraggioso come chiunque altro io abbia avuto accanto in un momento di difficoltà. Hai fatto ciò che andava fatto, e non ti sei tirato indietro come un coniglio.»
«Non mi piacciono le pistole, e non mi piace uccidere» ribadii.
Nonostante Jack non sia avvezzo alla vita del pistolero, alla fine se ne ritroverà coinvolto fino alle ultime pagine del libro. Il suo lungo viaggio però non sarà affrontato da solo, ma in compagnia di alcuni personaggi che sapranno dare il loro contributo alla storia come il nostro protagonista. Eustace, uomo di colore conosciuto da Jack durante una rapina in banca; Shorty un nano amareggiato dalle prove che la vita gli donato in passato e dalle grandi parole di verità e infine Hug, il maiale di Eustace che diventerà un grande amico di Jack. Si aggiungeranno durante la missione anche Jimmie Sue, una prostituta, Winton uno sceriffo e infine Spot inserviente di Winton. Il titolo del libro, La Foresta è dedicato al luogo che i nostri protagonisti considerano la loro meta, La Foresta appunto: un luogo buio e tetro e invalicabile. Un luogo dove possono sopravvivere solo criminali e persone dal passato losco. Come la descrizione che ne Eustace a Jack una volta che vengono a scoprire dove è stata portata la sorella di quest’ultimo.
«Hai paura?» chiesi.
«Tu no? Se anche decidi di non rinunciare e di agire, è sempre comunque la paura, a tenerti vivo. Se non hai paura, è perché sei troppo stupido per capire cosa c’è in mezzo a quella foresta. Io però lo so. C’è gente che è nata lì e non ha mai messo il naso fuori. Ne ho sentite tante, su di loro. Vivono dei frutti della terra ma sanno anche arrampicarsi su un albero e tirare giù un orso. Scopano uno con l’altro: membri di una stessa famiglia, uomini e donne, cani e scoiattoli, e per quanto posso saperne io, magari anche pesci e uccelli. Perciò sì, ho paura, perché ho abbastanza buon senso per averne…
La storia in sé, non mi è dispiaciuta, anche se dell’autore ho preferito nettamente il primo libro che ho letto di suo, Paradise Sky. Lo stile dello scrittore è come sempre molto descrittivo e capace di trascinarti nella storia, ricreando personaggi reali. Quello che mi è piaciuto un po' meno, rispetto appunto a Paradise Sky, è stato quel senso di forzatura dell’autore di dover per forza creare personaggi sempre cinici e amareggiati dalla vita con discorsi che a tratti a mio avviso diventavano anche troppo pesanti perché sempre uguali. Insomma ho deciso di scrivere questa breve recensione, perché non sempre si devono scrivere solo dei libri che ci sono piaciuti, ma anche di quelli che alla fine non ci hanno convinto. Se posso dare un consiglio a chi vuole avvicinarsi a questo scrittore e al mondo del West descritto da lui in un modo molto bello e interessante, a tratti anche cinico ma veritiero, consiglio la lettura di Paradise Sky.

Recensione di Valentina Fontan


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