Recensione libro
Ordo Mortis di Salvatore Conaci
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Scheda tecnica
Titolo: Ordo Mortis
Autore: Salvatore Conaci
Genere: Thriller
Casa Editrice: WritersEditor
Pagine: 160
Formato: Copertina flessibile
Salvatore Conaci presenta un thriller a tinte esoteriche, ambientato in un paesino dell’entroterra calabrese in cui niente è come sembra. Gli abitanti del luogo sono infatti legati da un patto di segretezza sulla natura del vero organo di potere, diverso da quello istituzionale, che tiene in mano le sorti della popolazione. Un giovane insegnante appena arrivato in paese, Alessio Conci, scoprirà che la tranquillità apparente del luogo nasconde un oscuro passato di sangue, e che ciò che all’inizio gli sembrava una fantasiosa leggenda si rivelerà essere una reale e intricata ragnatela di segreti e delitti inconfessabili. Ordo Mortis è un romanzo ricco di mistero e di suspense, di suoni inquietanti e personaggi ambigui, che tratta della piaga delle sette occulte e della loro sete di potere e di dominio sugli esseri umani. Una storia avvincente e cupa, a tratti violenta, arricchita da interessanti digressioni storiche e letterarie.
Salvatore, con il suo Ordo Mortis, narra le vicende del neo professore Alessio Conci, il quale si addentra pagina dopo pagina all'interno delle vicende di questo oscuro paesello dell'entroterra Calabrese, tra leggende e incontri, tiene il lettore attaccato alle varie vicissitudini, descrivendo in maniera perfetta le ombre noir che aleggiano tra cimiteri e banchi di scuola.
Ogni anfratto è narrato come essere pulsante, il folklore regna sovrano, con una punta di passione, e nuovi incontri per Alessio. Avrei utilizzato più dialetto, per 'volgarizzare' i cittadini del posto.
Libro dalla narrazione scorrevole, e ricco di citazioni in latino, nelle ultime pagine rimarrete senza fiato!
In sé il romanzo non è male, ma aspira troppo a voler esser elitario, con molti latinismi.
«[…] Guardò fuori dal finestrino. Tutti gli elementi di quel paesaggio rurale arrivavano e sparivano in un lampo. Gli alberi, i colori caldi sfumati e confusi, i casolari, sembravano violentare quel dannato vetro: arrivavano, imponevano la loro immagine su di esso, violando la sua trasparente natura e scappavano via, come per non essere riconosciuti, per non essere raggiunti da chi avrebbe potuto chiedere giustizia».
Recensione di Νεφέλη
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