Recensione libro
Le assaggiatrici di Rosella Postorino
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Scheda tecnica
Titolo: Le assaggiatrici
Autore: Rosella Postorino
Editore: Feltrinelli
Pagine: 285
Pubblicazione: 11 Gennaio 2018
Formato: Kindle e copertina flessibile
Genere: Narrativa storica
1 Recensione
È un libro molto particolare. Nuovo. Il regime nazista visto da altri occhi, quello delle assaggiatrici di Hitler: 10 donne deputate a mangiare, prima di lui, le pietanze destinate al Furer. E la storia qui diventa più piccola, più spicciola, costruita con la quotidianità, le paure, i compromessi, gli amori ed i dolori di queste donne. Con i loro sogni e le loro speranze. La storia è narrata da una di loro e con lei attraversiamo tutto il periodo storico fino ad arrivare ai tempi attuali dove, nonostante i colpi di scena e gli epiloghi che la vita le ha donato, non ha mai abbandonato il suo ruolo di "assaggiatrice"
Per anni ho creduto fossero stati i suoi segreti – i segreti che non poteva confessare, che non volevo ascoltare – a impedirmi di amarlo davvero. Era una stupidaggine. Di mio marito non sapevo molto di più. Avevamo vissuto appena un anno sotto lo stesso tetto, poi lui era partito per la guerra: no che non lo conoscevo. Del resto, l’amore accade proprio fra sconosciuti, fra estranei impazienti di forzare il confine. Accade fra persone che si fanno paura. Non è ai segreti, ma alla caduta del Terzo Reich, che l’amore non è sopravvissuto.
Recensione di Elvira
2 Recensione
“Le assaggiatrici” è un romanzo scritto da Rosella Postorino, pubblicato nel 2018, che ha raggiunto, in breve tempo, la cima di numerose classifiche letterarie.
Il racconto ci porta dritti nella Germania Nazista,
nell’autunno del 1943 a Gross-Partsch, un villaggio molto vicino al nascondiglio
di Hitler, la cosiddetta “tana del Lupo”.
La ventiseienne Rosa Sauer, appena giunta da Berlino, viene
scelta insieme ad altre giovani donne tedesche per assolvere un grande ed
importante compito per la Nazione: assaggiare il cibo che successivamente sarà
servito al Führer. Rosa diventa a tutti gli effetti una delle assaggiatrici di
Hitler. “Quel buco nello stomaco era
paura. Da anni avevamo fame e paura. E quando il profumo delle portate fu sotto
il nostro naso, il battito cardiaco picchiò sulle tempie, la bocca si riempì di
saliva.”
Ogni giorno le assaggiatrici vengono prelevate dalle loro
abitazioni e portate alla mensa militare. Dopo aver consumato il pasto
completo, le donne vengono tenute sotto osservazione dalla squadra delle SS per
un’ora, affinché possano accertarsi che il cibo da servire ad Hitler non sia
avvelenato. “Entrammo una alla volta.
Dopo ore di attesa, in piedi nel corridoio, avevamo bisogno di sederci. La
stanza era grande, le pareti bianche. Al centro, un lungo tavolo di legno su
cui avevano già apparecchiato per noi. Ci fecero cenno di prendere posto. Mi
sedetti e rimasi così, le mani intrecciate sulla pancia. Davanti a me, un
piatto di ceramica bianca. Avevo fame.”
La mensa diventa, quindi, un luogo di reclusione forzata e
tra le giovani donne iniziano ad allacciarsi rapporti di amicizia e di rivalità
ed iniziano a venire a galla segreti e misteri, nascosti tra i meandri del
tempo.
La svolta avviene quando, nella primavera del ’44, in
caserma arriva un nuovo comandante, Albert Ziegler. Il comandante Ziegler è un
uomo severo ed autoritario ed instaura, fin da subito, un clima di terrore e
paura. Nonostante tutto, fra lui e Rosa si crea un legame speciale e totalmente
inaspettato, che sconvolgerà le carte in tavola.
Rosa è una donna forte e combattiva e, a dispetto della sua
giovane età, ha già imparato molte lezioni dalla vita. Crescere nella Germania
Nazista non è stato facile e la guerra ha allontanato da lei tutti i suoi
famigliari più cari, compreso Gregor, suo marito, costretto a partire come
soldato alle dipendenze della Germania. Rosa, quindi, lascia Berlino e si
trasferisce nella casa dei suoceri, nel piccolo villaggio di Gross-Partsch.
Proprio qui, verrà scelta per diventare una delle assaggiatrici di Hilter.
Nonostante le disgrazie crescenti e la povertà conseguenti alla guerra, Rosa
non si abbatte e continua a lottare per i propri ideali e per i propri diritti.
Rosa Sauer è una donna che entra a passo teso nel cuore del lettore e
difficilmente ne esce.
Fra i diversi personaggi che popolano il racconto, troviamo
diverse figure interessanti. Il cuoco personale di Hitler si chiama Otto Günther,
ma è soprannominato da tutti Krümel, briciola,
per il suo aspetto piccolo e mingherlino; è un uomo dall’animo gentile ed
onesto, che farà di tutto per aiutare le assaggiatrici. Leni, la più giovane tra
le assaggiatrici, è una ragazza dal carattere timido e remissivo, non
completamente pronta a diventare donna, come un frutto ancora troppo acerbo per
maturare; stringe, fin da subito, un legame di amicizia con Rosa, che si
propagherà nel tempo. Elfriede è una donna dal carattere all’apparenza forte e
combattivo, ma che riuscirà a mostrarsi per la sua vera indole, con il
progredire del racconto. Gregor, il marito di Rosa, è un soldato partito per il
fronte, chiamato dalla nazione per proteggere il Paese. Gregor è un uomo da
carattere schivo e riservato, che riesce solo parzialmente a dimostrare il
proprio amore per la moglie.
Con uno stile diretto ed asciutto, l’autrice racconta una
storia difficile e cruda, ambientata in epoca nazista, dove gli orrori erano
all’ordine del giorno. Servire la Patria ed adorare il Führer erano i due unici
precetti che ogni buon Tedesco doveva rispettare ed onorare, costantemente,
giorno dopo giorno, senza riserva alcuna.
È la stessa autrice a raccontare al lettore come sia nata la
sua idea per scrivere questo romanzo.
“A settembre del 2014
lessi su un giornale italiano un trafiletto a proposito di Margot Wölk, l’ultima assaggiatrice di Hitler
ancora in vita. Frau Wölk aveva sempre taciuto riguardo alla sua esperienza, ma
all’età di novantasei anni aveva deciso di renderla pubblica. Il desiderio di
fare ricerche su di lei e la sua vicenda fu immediato. Quando, qualche mese
dopo riuscii a trovare il suo indirizzo di Berlino, con l’intenzione di
inviarle una lettera per chiederle un incontro, appresi che era morta da poco.
Non avrei mai potuto parlarle, né raccontare la sua storia. Potevo però provare
a scoprire perché mi avesse colpito così tanto. Così ho scritto questo romanzo.”
Un racconto che cattura l’attenzione, rapisce il lettore e
riesce ad emozionare. Impossibile non farsi conquistare da questo romanzo,
dallo stile scorrevole e ritmato, nonostante le tematiche trattate siano
piuttosto inquietanti e cupe. Lettura assolutamente consigliata per ogni tipo
di lettore: fidatevi, la storia di Rosa lascerà un segno indelebile nell’animo.
A cura di Flavia Pigliacelli
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