venerdì 3 agosto 2018

Spazio nuovi autori. Recensione del romanzo "Amiche per caso" di Silvestra Sorbera e Mariantonietta Barbara

RECENSIONE LIBRO
Narrativa contemporanea


SCHEDA TECNICA

Titolo: Amiche per caso
Autore: Silvestra Sorbera e Mariantonietta Barbara
Pubblicazione11 maggio sulla piattoforma  iomiolibro
Libro in concorso  per il premio ilmioesordio2018.
Per supportare il libro, votarlo o acquistarlo ecco il link



Silvestra Sorbera e Mariantonietta Barbara due amiche virtuali; due amiche lontane geograficamente ma unite da una stessa passione: l’amore per la lettura e la scrittura. Passione  che ha permesso alle protagoniste del romanzo di bussare alle loro porte e di ritrovarsi insieme nel romanzo “Amiche per caso”.
Irene, Giada e Chiara, le protagoniste principali  a cui se ne aggiungeranno altri nella lettura in corso (compreso uno stupendo micino coccoloso), per necessità e per caso s’incontrano e sono “costrette” a vivere insieme.
Tre donne differenti per età, scala sociale, situazione lavorativa, che cercano, vivendo sotto lo stesso tetto e condividendo alcuni spazi comuni, di incastrare le loro abitudini e il loro modo di vivere e pensare.
Pensate un po’ se dovesse accadere a voi, riuscireste a sopportare la situazione?
Lettura scorrevole, fresca e leggera grazie ad una buona capacità comunicativa delle due autrici. Molto bella l’idea di unire generazioni e tipologie differenti di donne, e, come volevasi dimostrare, lo scontro generazionale è inevitabile.
Il personaggio predominante del romanzo a mio dire è Irene, la donna matura, la donna snob che arriva da una grande città come Milano per trasferirsi in un piccolo paese dell’Umbria chiamato Borgo Pietra. 
"Gli ultimi giorni di Luglio riversano ingombranti quantità di luce e di caldo, smorzate solo dalla rinfrescante ombra dei vicoli di Borgo Pietra. Irene, abituata al calore di Milano, trova piacevole il sole che le accarezza la pelle mentre passeggia; l'aria è pulita, non è satura di odori che la mancanza della pioggia lascia concentrare..."
Un personaggio che pian piano, pagina dopo pagina, si evolve attraverso un’analisi introspettiva: conducendo il lettore ad immedesimarsi nel personaggio, a tal punto da condurre anch'egli una riflessione sul proprio essere.  Gli altri personaggi, a mio parere, sono piatti e quasi secondari: personificano la ribellione e l’incapacità di guardare al futuro, rappresentando al meglio la confusione che offusca la mente delle nuove generazioni. 
A mio parere, avrei approfondito maggiormente l’immagine di Irene che ha tanto da insegnare e da comunicare, eliminando alcuni dialoghi che ne hanno reso prolissa la lettura. Ma questo non vuol essere una critica alle autrici, ma solo un parere di una modesta lettrice.
 Ve ne consiglio la lettura; mettete il libro in valigia e partite pure. Siete in buona compagnia con tre nuove amiche e un gatto.
Il libro esalta il valore dell’amicizia fondamentale nella vita di ciascuno; senza, resta solo solitudine e amarezza così come nella vita di Irene. Ma soprattutto, ciò che traspare dal libro è il messaggio di non fermarsi mai alle apparenze, di non giudicare nessuno alla prima impressione ( come dice il proverbio: l’apparenza inganna), ma andare oltre, al di là dell’apparenza, in quanto ciascuno di noi viene forgiato dal proprio vissuto, dalle esperienze personali ricche di dolore, sofferenza e solitudine.
Come disse Pirandello:
“Prima di giudicare la mia vita o il mio carattere mettiti le mie scarpe, percorri il cammino che ho percorso io. Vivi i miei dolori, i miei dubbi, le mie risate. Vivi gli anni che ho vissuto io e cadi là dove sono caduto io e rialzati come ho fatto io.”

Buona lettura




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