lunedì 11 giugno 2018

Spazio nuovi autori. Recensione del romanzo storico "L'ultimo priore" di Piero Didio


L'ultimo priore di [Didio, Piero]
SCHEDA TECNICA 
Titolo: L'ultimo priore 
Autore: Piero Didio
Editore: Youcanprint
Pagine: 260
Pubblicazione: 1 Giugno 2014
Formato: Kindle, cartaceo
Genere: Romanzo storico 



L’ultimo priore di Piero Didio è un tuffo nel passato e nella storia; quella storia dimenticata e sconosciuta da tutti noi. Io stessa con molta umiltà ammetto di aver cercato delle fonti storiche utili ad approfondire l’argomento.  Ringrazio l’autore per avermi trascinato in questa storia affascinante che si articola tra realtà e finzione. La sua maestria è  far credere al lettore che anche la finzione sia realtà.
Il romanzo narra la storia dell’ultimo priore della Confraternita del Sacro Chiodo, reliquia custodita gelosamente  in un tabernacolo .
Il Sacro Chiodo è lungo circa ventidue centimetri ed è piegato in prossimità della punta a formare una L, sulla quale è stata incisa la sigla INRI. La sua particolare forma suggerisce che potrebbe essere stato utilizzato per fissare alla croce il piede sinistro di Gesù Cristo. Ci troviamo nell’anno del Signore 1294, nel XIII secolo, anno del breve pontificato di Celestino V, detto Pietro da Morrone, che rinuncia al pontificato dopo soli quattro mesi dalla sua incoronazione a successore di Pietro.
« Io Papa Celestino V, spinto da legittime ragioni, per umiltà e debolezza del mio corpo e la malignità della Plebe [di questa città], al fine di recuperare con la consolazione della vita di prima, la tranquillità perduta, abbandono liberamente e spontaneamente il Pontificato e rinuncio espressamente al trono, alla dignità, all'onere e all'onore che esso comporta, dando sin da questo momento al sacro Collegio dei Cardinali la facoltà di scegliere e provvedere, secondo le leggi canoniche, di un pastore la Chiesa Universale. »
Celestino V si ritira a condurre una vita da eremita. Il suo successore, chiamato nel romanzo l’Anagnino, “ si presentò al mondo come uno spietato despota, molto esperto nelle arti della politica”. Tutti iniziarono a pensare che fosse quell’Anticristo urlato nella profezia di Gioacchino da Fiore che avrebbe capovolto le priorità della Chiesa. Tutti rimpiangevano Celestino V e questo provocò l'ira del nuovo papa che decise di inviare il suo esercito a catturarlo tra le montagne cui aveva trovato rifugio.
Molto bello il passo in cui Celestino V scacciò l’indemoniato dal corpo di una giovane vita, lungo il cammino che lo conduceva nella rocca di Fumone, dove fu rinchiuso fino alla sua morte. Molto belli anche i passi in cui descrive la beltà della natura e la sua bellezza che si manifesta su quei monti, cui la mano dell'uomo non è riuscita a distruggere.
"Per un attimo assaporai uno spicchio di serenità osservando il sole che stava calando dietro le colline e colorava con varie sfumature di rosso il cielo sopra le cime degli alberi. Una sera d'estate come tante, con i grilli che avevano iniziato il loro stridio serale e gli uccelli notturni che cominciavano a scambiarsi misteriosi richiami".
 Da quel momento tutto cambia, nessuno è più al sicuro, nemmeno la Confraternita del Sacro Chiodo, che divenne l’ossessione del nuovo Papa. Rubare il Chiodo sarebbe stato il simbolo di forza e potenza, in quanto nessuno era mai riuscito in quell'impresa.
Una serie di colpi di scena ci attende leggendo il romanzo.
 Lettura scorrevolissima e accattivante; nulla è lasciato al caso; precisioni nella punteggiatura, nelle descrizioni, negli eventi. Tutto è studiato nei minimi dettagli, affinché il lettore sia trascinato in quel mondo così lontano ma tanto vicino; in quel mondo pieno di valori, in cui si difendevano  la vita e l’onore.  
Simbolo di grande forza è la figura del Priore disposto a tutto pur di difendere la sua città dalle angherie del Papa e il Sacro Chiodo a lui affidato.
“Io sono l’ultimo dei priori della Confraternita del Sacro Chiodo e con me morirà la gloriosa istituzione che ha difeso la Chiesa, i suoi servitori fedeli e l’ultima reliquia della croce di nostro Signore per quasi due secoli; questo è il mio unico rimpianto. Ma la reliquia è salva”.
Finale strepitoso e inaspettato che lascerà addosso al lettore una strana sensazione per lungo tempo.
Ne consiglio la lettura a tutti, senza distinzione d'età, sesso o religione. E' un libro che abbraccia i vari generi letterari e quindi riservato ad un ampio pubblico. Non ve ne pentirete. Resterete incantanti dalla bellezza della scrittura dell'autore Piero Didio, a cui auguro di classificarsi quanto prima nella categoria "scrittori professionisti".




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