domenica 18 marzo 2018

Recensione: "Il re dei morti" di Jeffery Deaver


SCHEDA TECNICA

 
Titolo: Il re dei morti
Autore: Jeffery Deaver
Editore: BUR Biblioteca Univ. Rizzoli
Formato: Kindle, cartaceo
Pagine: 106
Pubblicazione: 16 Gennaio 2018
Genere: Thriller
 
Valutazione
 
 
Un uomo viene ucciso in un vicolo di Manhattan e l'unico testimone è il figlio di otto anni. La vittima è un corriere con solide amicizie nelle gang di New York. Che cosa stava trasportando? Per chi lavorava? E soprattutto: possibile che al ritrovamento del cadavere il furgone fosse vuoto? Sono questi i primi interrogativi ai quali Amelia Sachs e Lincoln Rhyme devono rispondere. Ma quando si ritrovano davanti una scena del crimine con centinaia di reperti da analizzare, Rhyme capisce di dover attingere a tutta la sua sagacia per scovare, in mezzo a quel caos, gli indizi che lo condurranno all'assassino. Per Sachs, intanto, diventa essenziale proteggere il bambino da chi vuole farlo tacere per sempre. Come se la caveranno i due tra genitori affidatari, false testimonianze e piste ingannevoli? La posta in gioco è alta e il Re dei Morti aspetta solo di essere incoronato.
 
È una storia breve, investigativa, che ruota attorno all'assassinio di un uomo e a suo figlio che ha assistito all'omicidio.
Personalmente l'ho trovata scritta in maniera molto superficiale e stereotipata. I personaggi sono tratteggiati molto sommariamente, non hanno carattere o peculiarità. Molti hanno ruoli irrilevanti e sembrano essere stati messi lì solo per allungare il brodo e confondere il lettore. Tutto è molto confuso e talmente tanto sbrigativo che non si riesce ad entrare nella storia e non ci si rende nemmeno quasi conto dell'evoluzione degli eventi. Un  racconto troppo corto che sembra più un capitolo di un libro invece del libro stesso. Il finale è a sorpresa, sì, ma senza forza.
Come tutta la trama. Non ne consiglio la lettura.
 
"...Herrando si sentiva un po’ in colpa per il fatto che avrebbe dovuto uccidere il bambino non appena avessero messo le mani sul carico. Era una cosa che non avrebbe fatto personalmente. Ci avrebbe pensato Stan Coelho. L’agente dell’ATF freddava chiunque, di qualsiasi età e sesso. Sospettava che fosse uno psicopatico. Anche se quella condizione gli era tornata utile di tanto in tanto..."
Recensione scritta da SelviA


 

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