sabato 14 ottobre 2017

Recensione: Era te che cercavo di Pedro Chagas Freitas





Titolo: Era te che cercavo

Autore: Pedro Chagas Freitas

Editore: Garzanti

Pagine: 123

Pubblicazione: 25 Maggio 2017


                                                              Gradimento



Attratta dal titolo e dalla sinossi, accattivante e misteriosa, ho
 iniziato la lettura di questo libro con un misto di curiosità e
 interesse, per un autore che ho scoperto aver venduto oltre
 centomila copie con il suo primo romanzo, e di cui non avevo mai
letto nulla.

E che mi trovassi di fronte ad uno strano libro, scritto in maniera
 alquanto originale, con una trama piuttosto dibattuta, avrei dovuto
 capirlo sin dalla dedica iniziale.

A Barbara, perché tutto.”

Un libro breve, ma intenso. Questa è stata l’impressione che ho
 avuto leggendo le prime righe.

La narrazione inizia in terza persona, al passato. Le descrizioni
 sono minuziose e, grazie ai particolari che non vengono mai
 lasciati al caso, riusciamo letteralmente a “vedere” ciò che i
 personaggi stanno facendo in un determinato momento. E, oltre ai
 gesti, riusciamo a coglierne lo stato d’animo. Da uno sguardo, da
 un gesto, da un particolare movimento degli arti, dalle gocce di
 sudore che scendono lungo la fronte, le scene giungono a noi
 vivide, reali, come se stessimo guardando un film.

I dialoghi, che vengono riportati con la tecnica del “botta e
 risposta”, sono molto ritmati, e riescono ad aggiungere mistero ad
 una storia che di per sé ha già molto di misterioso. E i lunghi
 silenzi, resi nei dialoghi con tre semplici puntini di sospensione,
dicono tutto, molto più delle parole. Perché il silenzio è reale. Il
 silenzio parla (una tecnica, quella dei puntini di sospensione
 all’interno dei dialoghi, già incontrata in Sandro Veronesi).

Improvvisamente lo stile narrativo cambia, dalla terza alla prima
 persona. Scelta curiosa, che mi ha portato a dover ricominciare
 daccapo il libro per ben tre volte, perché due mi sembravano poche
 (sì, lo dico con tono ironico, ovviamente). Ed è in queste pagine
 che l’autore ci permette di seguire il libero fluire dei pensieri del
protagonista, che si accavallano nella sua mente, e che lo portano a
 porsi una domanda dietro l’altra, e gli stessi pensieri tornano a
 sovrapporsi e a intersecarsi con quelle stesse domande. Ad un
 certo punto ho capito che no, non mi sembrava di sentir parlare il
 protagonista. Lui non era di fronte a me. Ero io a essere nella sua
 testa.

Se c’è una cosa che non amo particolarmente nei libri è
 l’inserimento delle tante, troppe frasi tra parentesi tonde.
 Personalmente, preferisco sempre che si ricorra all’utilizzo delle
 virgole, perché trovo che le parentesi rallentino parecchio il ritmo
della narrazione. In questo caso, però, la scelta delle parentesi è
 studiata. Sono messe lì ad hoc, per ricordarci che siamo arrivati al
 punto più alto, al”dunque”, e dobbiamo riflettere su quanto stiamo
 leggendo. Ma non sempre. A volte sono inserite per approfondire
un concetto che di filosofico non ha proprio nulla, ma sul quale l’autore ha scelto, comunque, di soffermarsi.

“(La soddisfazione è uno spazio temporaneo tra due
 insoddisfazioni. La soddisfazione non soddisfa nessuno. La
 soddisfazione è un’illusione passeggera, la panacea degli stati
 d’animo)”

E poi, d’improvviso, di nuovo i dialoghi. Brevi. Semplici. Diretti.
 Ma questa volta niente botta e risposta secco. È una sorta di botta e
 risposta con la descrizione, sempre tra parentesi, dei gesti che
 accompagnano le parole degli interlocutori. Non mi è mai capitato,
 sinora, di lavorare a una sceneggiatura cinematografica, ma credo
che se mi trovassi nella situazione di doverlo fare, lo farei
 certamente così. Penso sarebbe la tecnica migliore.

Ed ecco che di colpo la narrazione passa di nuovo alla terza
 persona, con alcune frasi in lingua inglese, e altre riportate in
 maiuscolo che si ripetono con un ritmo ossessivo. Perché in fondo
 è proprio questa la sua. Un’ossessione.

Poi, quando ci siamo abituati a questa alternanza tra prima e terza
persona, ecco che spunta un altro punto di vista. Questa volta non è
 più lui a parlare, ma lei. Sì, proprio quella lei. La lei oggetto di
 tutta la narrazione. Lei. Un’ossessione. Perché è lei che crede di
 vedere in tutte le donne che incontra. 
 
Carlos António Ribeiro da Guia parla del suo matrimonio, del suo
 lavoro.
Ma davanti a sé, davanti a tutto, c’è sempre lei. Sempre e solo lei.

Lui ci parla della sua storia, che non è altro che la storia di lei
 dentro di lui. Hanno bisogno, un profondo bisogno l’uno dell’altra.
 Sempre di più o, forse, sempre di meno. O nulla. Ma cos’è meno di
 nulla?

Pagina dopo pagina, l’interloquire del protagonista con il lettore
 assume un tono quasi ossessionante. Un ritmo serrato, che ti
 prende e ti travolge, portandoti a divorare una riga dopo l’altra. È
 un filosofeggiare incessante. Un continuo porsi domande a cui è
 impossibile dare una risposta. Perché non esiste una sola risposta.
 E non può esistere un’unica verità. 

I frammenti, le immagini, i concetti si accavallano gli uni sugli
 altri, trascinandoci nel vortice del libero pensiero.

Un libro contradditorio. Un libro sui dubbi esistenziali. Sulla vita.
 Sull’amore. Sulla verità, contrapposta all’immaginazione. Ma che
 cos’è, poi, l’immaginazione?

“L’immaginazione è il luogo meno moralmente responsabile del
 mondo. L’immaginazione ospita tutti i pensieri che nessun altro
 luogo ammetterebbe. L’immaginazione accetta tutto – purché si
 sia immaginativi, nulla è più reale dell’immaginazione.”

I temi affrontati nel libro? La speranza. La paura. Il coraggio. La
 fuga. I problemi. Le soluzioni. La sconfitta.

“La sconfitta è un virus. Uno sconfitto è uno che ha una malattia
 socialmente trasmissibile.”

E l’ansia (la parola “ansia” credo sia stata ripetuta almeno decine di volte).

“L’ansia è la parte sopportabile della paura.”

L’ansia, dicevamo. Carlos trascorre ogni minuto della sua esistenza
 pensando a lei, perché qualunque cosa con lei può essere il
 paradiso. Ogni singolo istante in attesa di quel sì. Una parola
 composta da due sole lettere, ma di una potenza immensa.

“«Sì» è la parola più potente del mondo. «Sì» è la differenza tra
 desistere e insistere. Tutte le felicità cominciano con un «sì».”

Contrapposto, il no. Una parola breve, semplice. Semplice come il
 sì. Ma maledettamente potente.

“Un no può essere la cosa più dolorosa del mondo. Un no può
 essere la certezza più incrollabile del mondo e può,
 contemporaneamente, essere la certezza più incerta del mondo.
 Questo no non è nessuna delle due cose. È soltanto la parola che
 la speranza ha deciso di dire: la speranza parla spesso così.”

E un pensiero su tutti: l’amore. Che cos’è, l’amore? Com’è,
 l’amore? Quell’amore che è così grande da non aver bisogno di
 motivi, da sopravvivere persino alla speranza. Perché l’amore è
 così grande da amare anche ciò che non esiste. L’amore è così
 grande che non ha bisogno di una strada perché è, di per sé, una
 strada. Ed è così grande da riuscire a trovare la luce in mezzo al
 buio. È così grande che anche se cade resta in piedi. Così grande
 da non cadere di fronte a nulla. Così grande che neanche il mondo
 riesce a contenerlo. Che neppure la musica riesce a cantarlo. Che
 anche quando è inquieto è in pace. Che è presente anche quando
non c’è. Così grande da trasformare tutto in poesia.
(So che molti di voi noteranno la parola “grande” ripetuta più volte.
 Non si è trattato di una vista. Leggete il libro e capirete.)
 
 

Ho trovato bellissima e molto vera, ahimè, la riflessione sull’animo
 delle donne, vista attraverso i comportamenti della moglie. Frasi
 semplici, concise.
Pochi gesti che dicono tutto.

Commoventi le profonde riflessioni che ti portano a fermarti e a
 pensare, a fare un raffronto tra ciò che ti sta dicendo l’autore
 attraverso i pensieri più intimi dei personaggi e ciò che stai
 vivendo o hai vissuto.

Chiudendo gli occhi, mi è sembrato di fare un tuffo nel passato. Ho
 rivissuto quelle ore seduta nel banco, con l’amica del cuore di
 fianco e il professore di filosofia che spiegava. E spiegando ti
 trasportava in un’altra dimensione, fatta di pensieri irrazionali, che
 con la loro irrazionalità riuscivano a collegarsi perfettamente alla
 tua quotidianità. Pochi gesti, molte parole. Il potere immenso e
 infinito delle parole. Le parole che ti aprono un mondo. Che ti
spiegano tutto e che, un attimo dopo, quel tutto lo mettono in
 discussione.

Più si va avanti, più rimane difficile seguire il filo del discorso.
Improvvisamente, il libro diventa proprio un copione, con le scene
 narrate come si trattasse di un film.

Ho immaginato molte volte l’autore nell’atto dello scrivere. Il
 linguaggio molto colloquiale ti porta a “mangiare” le pagine, per
 poi farti fermare improvvisamente, costringendoti a retrocedere.
 Perché ci sono frasi che devi leggere e rileggere. E poi rileggere
ancora, per fissarle nella mente e nell’anima. Per capire cos’abbia
 voluto comunicarci con quel determinato pensiero.

Improvvisamente, ti trovi di fronte a veri e propri componimenti in
 versi, inseriti in una narrazione al limite del delirio.

Molto interessanti le riflessioni sulla lingua, sulle espressioni più
 usate e più insignificanti, che lui definisce “plebee” (e che,
 inevitabilmente, ogni qual volta le utilizzerò o le sentirò
 pronunciare, mi riporteranno alla mente quest’autore sicuramente
“sopra le righe”).

Un libro strano, profondo. Originale. Un libro non per tutti, perché
 non è da tutti apprezzare l’arte. Un libro che farà parlare molto. E
 che farà discutere. Un libro che sarà amato o odiato. Un autore che
 ha avuto coraggio, che ha osato. E che, proprio per questa ragione,
 sono convinta che verrà osannato.

La recensione vi è sembrata complicata? Credetemi: nulla in
 confronto al libro.

E ora, permettetemi di concludere con un pensiero dell’autore, uno
 de tanti, ma che tra tutti mi è rimasto dentro, molto attuale. Il
 perché non saprei dirlo. O forse sì.

“Il problema dell’umanità non risiede nell’incapacità di mantenere
 le promesse; il problema dell’umanità risiede nell’incapacità di
 non fare promesse.”

                                        Buona lettura!
 
RECENSIONE SCRITTA DA GLORIA PIGINO

Recensione: Dieci e lode di Sveva Casati Modignani





Titolo: Dieci e lode

Autore: Sveva Casati Modignani

Pagine : 510

Editore: Sperling & Kupfer

Pubblicazione : 4 Ottobre 2016


                                                             Gradimento






Ciao a tutti, eccomi qua a scrivere la mia  prima recensione.

Voglio iniziare col parlarvi di una delle mie autrici italiane preferite, Sveva Casati Modignani della quale ho letto tutti i romanzi.

 Premetto che mi sono innamorata dell'autrice  da quando un'amica mi regalò tempo fa "ANNA DAGLI OCCHI VERDI" e dopo averlo letto sono andata alla  ricerca di tutti i suoi romanzi nelle bancarelle sparse nella mia città.

 Oggi vi parlo dell'ultimo romanzo scritto da Sveva , "DIECI E LODE" presente  in libreria dal 2016


Il protagonista del romanzo è Lorenzo di famiglia benestante, che decide di dedicare  la sua vita all'insegnamento della geografia in un istituto superiore di Milano. Ha alle spalle un matrimonio fallito con Olga, una ragazza dal passato strano; e Fiamma socia della Casa Editrice "Meleto" anch'essa con un passato difficile.
Il professore e la donna dei libri : che cosa li accomuna?
 Per aiutare il suo istituto a reintegrare le casse ed acquistare accessori didattici necessari, Lorenzo decide di scrivere un libro.
"Galeotto fu il libro", come disse Dante Alighieri nel raccontare la storia di Paolo e Francesca nella Divina  Commedia.
Il libro è il Cupido che lancia la sua freccia d'amore sui due protagonisti . Infatti  è cosi che Lorenzo  conosce Fiamma, essendo lei la direttrice della casa editrice "MELETO" di cui Lorenzo aveva bisogno affinchè l'idea del libro diventi realtà. 
Ben presto  il loro incontro di lavoro si trasforma  in qualcosa di piu profondo.

 "Che cosa ti succede amore mio? - Chiese preoccupato .
Lei che aveva soltanto , non ebbe cuore di spegnere il suo entusiasmo voglia di piangere :
" Non è niente perchè ho te che sei il mio rifugio " replicò abbozzando un sorriso per tranquillizzarlo". 
 
Due persone, due vite, due esperienze differenti seppur simili.
Due personalità e problemi differenti da affrontare. E' possibile che due individui con  tanti problemi da risolvere ed affrontare, si possano incontrare e superare le difficoltà insieme? E se ciò non avvenisse , quali saranno le conseguenze psicologiche su due anime già ferite?


Risultati immagini per immagini di coppia

 Considero il romanzo  molto bello e scorrevole. 
L'autrice Modignani , a mio parere è una garanzia nel mondo editoriale per il modo di scrivere fluido e genuino che non annoia ma coinvolge il lettore .
Ciò che più mi piace dell'autrice e del suo stile è quello di utilizzare gli sbalzi temporali, presente e passato a intermittenza  che fanno divorare le pagine.

 Come la maggior parte dei suoi romanzi, anche in questa sua ultima fatica , Sveva ambienta la storia di Fiamma e Lorenzo in Lombardia, nell' interland milanese.  Sono  storie comuni di tutti i giorni dove i protagonisti potrebbero essere i nostri vicini di casa con una vita normale , con problemi di tutti i giorni , problemi di lavoro  e di famiglia arricchite con un passato presente in ciascuno di noi e che ci caratterizza .
Leggendo questo romanzo ed entrando nella storia di Lorenzo e di Fiamma , ne esco più forte e fiduciosa , perchè comprendo che la vita deve essere affrontata a partire dalle piccole difficoltà giornaliere . Volere è potere.
.
Spero  di essere stata utile e concisa  e di aver stimolato la vostra curiosità nel leggere il romanzo.


 RECENSIONE SCRITTA DA SERENA SIGNORINI

 






venerdì 13 ottobre 2017

Recensione: Fahrenheit 451 di Ray Bradbury







                                                                          1 Edizione 
Titolo: Fahrenheit 451

Autore: Ray Bradbury

Editore: Mondadori

Pagine : 180

Pubblicazione: 1 Edizione italiana 1956 - attuale 18 Marzo 2015

                                           Gradimento

 

Non è un romanzo facile da recensire sia per il suo spessore letterario, sia per il significato che l'autore Ray Bradbury ha voluto attribuire alla sua storia. Ma ci provo, sperando di non deludere tanti lettori che prima di me ne hanno abbracciato la lettura.

Con Fahrenheit 451 saltiamo nella macchina del tempo destinazione futuro. Un futuro in cui gli uomini o meglio "alcuni" uomini hanno deciso di eliminare dall'esistenza dell' essere umano, tutto ciò che potrebbe farlo pensare e riflettere; perchè la riflessione e il pensiero  intorpidiscono  e costringono l'individuo a vivere una vita piena di ansie e preoccupazioni. Quindi sono state eliminate le verande, i balconi, le sdraio, i sedili al parco, i contatti umani; è impedito uscire di casa la sera per una lunga passeggiata rilassante; ma soprattutto è PROIBITO leggere e custodire libri in casa. Coloro che violano tale regola subiscono una grave pena: in tutta la casa viene appiccato il fuoco per rendere tutto cenere.
In questo futuro, a dir poco sconcertante, i vigili del fuoco non spengono gli incendi, ma li appiccano.




 Guy Montag, il protagonista della storia è "l'uomo degli incendi, il pirofilo"; l'uomo che porta addosso l'odore del cherosene nonostante si lavi; un odore che non va mai via per ricordarli sempre e comunque la figura che rappresenta. Montag come tutti vive nell'oscurità e non ha alcuna certezza nella sua vita ma solo istinto; quell'istinto che lo porta a "rubare" un volume  in ciascuna casa prima di appiccare il fuoco; quell'istinto che improvvisamente si sveglia a causa di una domanda posta da una ragazzina di soli tredici anni,  che espone la sua triste esistenza alla riflessione: 

" Siete felice?"
" Mi ha domandato se sono felice! Che razza di assurdità. Certo che sono felice. Che cosa crede che non lo sia? "

Ma una volta trovato "nelle tenebre" della sua anima, arriva la certezza .




Ma tutto può finire e ritornare nella giusta dimensione, basta volerlo e sapersi opporre a chi ha la presunzione di decidere per tutti.
Quel momento è giunto pure per Montag ; la consapevolezza di voler conoscere e sapere ponendosi mille domande: perchè, quando , come, dove. Risposte che solo tra le pagine dei libri possono nascondersi; quei libri che lui stesso ha salvato dai roghi ed impedito che diventassero cenere.
E allora inizia una nuova vita per Montag e per tutti gli altri personaggi che come lui hanno cercato di salvare quel patrimonio culturale fondamentale per l'umanità.



Bellissima la frase che racchiude la missione di ciascuno di noi nei confronti dei nostri figli e della loro generazione:

"Trasmetteremo i libri ai nostri figli, oralmente, e lasceremo ai nostri figli il compito di fare altrettanto coi loro discendenti . Ma dobbiamo piantarci nella testa che noi non siamo importanti, non dobbiamo considerarci e non dobbiamo essere dei maestri , non dobbiamo sentirci superiori a nessuno nel mondo. Non siamo che sopracoperte di volumi  ed impedire alla polvere di seppellire i volumi" .

Che dire di più? Il romanzo Fahrenheit è il migliore che Ray Bradbury  abbia scritto a mio avviso, in quanto io non ami particolarmente il genere fantascienza e distopico.
Ma in questo romanzo, l'autore, va oltre ed analizza l'animo umano: fino a quanto può essere malleabile ed influenzabile l'individuo?
Un romanzo "musicale" in ogni frase, parola e periodo. Scritto in maniera egregia tale da far assorbire al lettore le stesse immagini dell'autore e far sentire addosso il calore del fuoco; lo sgomento di fronte alla pira di libri che brucia fino a diventare cenere. Attraverso il linguaggio "musicale" , Bradbury ha trasformato le parole in immagini permettendo quindi al lettore di utilizzare tutti i sensi: l'olfatto per annusare l'odore sgradevole di bruciato; la vista per leggere ma "osservare" il rogo di libri; il tatto per "rubare" o cercare di salvare qualche volume dalla pira come faceva Liesel nel romanzo "La ladra di libri; l'udito per ascoltare le urla disperate dei proprietari dei libri che chiedevano pietà e clemenza; il gusto per assaporare l'amaro della tristezza e delle compresse ingerite dalla moglie vittima del sistema, di Montag.

Non mi resta che chiudere così la mia recensione per evitare lo spoiler con un'ultima citazione del libro e incitandovi alla lettura di questo stupendo romanzo che non può non essere letto.
Buona lettura e buona emozione a tutti!

" Ognuno deve lasciarsi qualche cosa dietro quando muore : un bimbo, o un libro, o un quadro, o una casa , o un muro eretto con le proprie mani, o un paio di scarpe cucite da noi. Qualche cosa insomma che la nostra mano abbia toccato in modo che la nostra anima abbia dove andare quando moriamo, e quando la gente guarderà l 'albero o il fiore che abbiamo piantato, noi saremo là" .






Nuovi arrivi in libreria oggi 13 Ottobre








1) Il legame di Michael (Sex in Seattle Vol. 3) di Eli Easton

Tutti ammirano Michael Lamont perché è un infermiere, ma il suo impiego part-time come surrogato sessuale gay non suscita solo alzate di sopracciglia, gli è anche costato delle relazioni. Michael è minuto, bellissimo e si dedica a lavorare con persone che hanno bisogno di lui. Ma quello che desidera davvero è una storia d'amore tutta sua. Passa la maggior parte del tempo libero a leggere libri di fantascienza, soprattutto quelli scritti dal suo autore preferito, per cui ha una cotta da sempre, il misterioso e solitario J.C. Guise.

La vita di James Gallway sta lentamente, ma inesorabilmente, colando a picco. Ha scritto un romanzo di fantascienza di grande successo alla tenera età di diciotto anni, costretto a letto dalle complicazioni della poliomielite, ma, ormai ventottenne, non ha più ispirazione né voglia di vivere. Le vendite dei suoi libri sotto lo pseudonimo di J.C. Guise sono in calo da anni. Costretto su una sedia a rotelle, James si è isolato, convinto che nessuno possa amarlo. Quando viene obbligato a partecipare a un firmacopie e incontra Michael Lamont, non riesce a credere che un ragazzo del genere possa essere interessato a uno come lui.

Michael e James sono fatti l'uno per l'altro, ma devono lasciare da parte la testardaggine per capire che la vita trova sempre la sua strada e che l'amore non ha limiti.



2) Oltre le paure , Te di Ilenia Bernardini


Come si può sopravvivere al dolore della perdita della persona che ami? Come si fa a essere forti per gli altri se dentro ci si sente morti? Anne Hudson Sinclair non ha le risposte alle domande, è bloccata nel suo dolore. La guerra le ha portato via il marito, il suo confidente, il suo migliore amico, il padre delle sue figlie. Si limita a respirare, a fare quello che tutti si aspettano da lei: cerca di essere una madre presente per Claire e le gemelle Alison e Alice, un punto di riferimento. Non permette a se stessa di tornare a vivere a pieno la propria vita, incapace di lasciare andare il dolore e i sensi di colpa.
Matt Cooper è il suo sbaglio più grande, l’uomo che con un solo bacio ha messo sottosopra le sue convinzioni, prima che il suo mondo crollasse.

Per Matt esiste solo una donna, ma sa di non essere quello giusto per lei. Il suo passato violento lo ha forgiato, nel fisico, nella mente ma soprattutto nel cuore, blindandolo. Non permette a nessuna donna di avvicinarsi: meglio amare da lontano piuttosto che rovinare la vita di Anne. Ma quando una decisione sbagliata li porta a stare a stretto contatto, il cuore sceglie di combattere, di andare contro ogni regola imposta.

3) Lo scrigno di Sam di Rossella Gallotti



Per Alessia è impossibile dimenticare gli occhi color ghiaccio di Sam, l’uomo per cui prova un amore puro, indissolubile, che l’ha salvata da un passato di dolore e violenze ed ora le spezza il cuore, dicendole addio, per proteggerla ancora e darle la possibilità di una vita felice e serena. L’incontro con Derek, dolce e premuroso sarà l’inizio di una travolgente storia d’amore che darà speranza al suo cuore di poter finalmente avere ciò che Sam ha sempre voluto per lei: la felicità. Le cose però non vanno mai come ci si aspetta. Il suo terribile passato, che credeva di poter dimenticare, non ha smesso di cercarla e l’ha trovata.
Sam sta per tornare per proteggerla ancora una volta. Come potrà il cuore di Alessia, diviso fra due meravigliosi uomini, gestire questi sentimenti? Riuscirà Derek ad accantonare la bruciante gelosia in favore della sicurezza di Alessia? Riuscirà Sam a salvarla ancora una volta o si lascerà distrarre dai profondi sentimenti che prova per lei?
Romanticismo, passione e amore si mescolano a momenti di azione e colpi di scena inaspettati, il tutto raccontato dal punto di vista dei protagonisti che mettono a nudo i loro sentimenti, il loro dolore, le loro paure e i loro segreti sperando di poter sopravvivere a un passato che non riguarderà più soltanto Alessia.



3) Qualcosa è cambiato: storia d'amore di Fabrizio Trezzi


Una spedizione commerciale sull'Everest si tramuta in tragedia.
Quel giorno Adam non raggiungerà mai la vetta!
Adam, giovane brillante avvocato, viene privato dell'amore della sua vita!
La sua vita prende una strada senza ritorno e viverla non ha più nessun significato.
Ma poi accade qualcosa!
Tornato tra le montagne, Adam riscopre l'amore e la gioia di vivere.
Un crescendo di colpi di scena, incorniciato da luoghi meravigliosi a contatto con la natura e la genuinità delle persone.
Un racconto da leggere tutto d'un fiato!







1) L'astronomo e la strega di Ulinka Rublack



Johannes Keplero è una delle figure chiave della rivoluzione scientifica del XVII secolo. Strenuo sostenitore del sistema eliocentrico, Keplero è noto soprattutto per la scoperta dell'ellitticità delle orbite planetarie e per la formulazione delle tre leggi che ancora oggi portano il suo nome. Meno noto è invece che nel 1615 fu proprio Keplero, al culmine della sua carriera scientifica, ad assumersi in prima persona la difesa della madre dall'accusa di stregoneria. Nel processo, che durò sei anni, Keplero condusse una lunga e coraggiosa battaglia per ottenere giustizia e per salvare la madre dalla tortura e dal rogo. Nell'Astronomo e la strega Ulinka Rublack ricostruisce con mano sicura tutti i dettagli di questo doloroso episodio della biografia di Keplero, facendo immergere il lettore nel difficile e volubile contesto in cui egli visse. Il risultato è una storia toccante e coinvolgente che, a partire da un dramma familiare, riporta alla luce qualcosa di più importante: il mondo di una piccola comunità luterana del centro Europa, segnata da profonde tensioni politico-religiose prodotte dalla Riforma protestante e alle soglie della Guerra dei trent'anni. Tra i tanti libri dedicati alla stregoneria, questo è indubbiamente il primo a documentare in modo convincente come la caccia alle streghe non riguardasse soltanto singole donne, bensì intere famiglie e comunità.