1 Edizione
Titolo: Fahrenheit 451
Autore: Ray Bradbury
Editore: Mondadori
Pagine : 180
Pubblicazione: 1 Edizione italiana 1956 - attuale 18 Marzo 2015
Gradimento
Non è un romanzo facile da recensire sia per il suo spessore letterario, sia per il significato che l'autore Ray Bradbury ha voluto attribuire alla sua storia. Ma ci provo, sperando di non deludere tanti lettori che prima di me ne hanno abbracciato la lettura.
Con Fahrenheit 451 saltiamo nella macchina del tempo destinazione futuro. Un futuro in cui gli uomini o meglio "alcuni" uomini hanno deciso di eliminare dall'esistenza dell' essere umano, tutto ciò che potrebbe farlo pensare e riflettere; perchè la riflessione e il pensiero intorpidiscono e costringono l'individuo a vivere una vita piena di ansie e preoccupazioni. Quindi sono state eliminate le verande, i balconi, le sdraio, i sedili al parco, i contatti umani; è impedito uscire di casa la sera per una lunga passeggiata rilassante; ma soprattutto è PROIBITO leggere e custodire libri in casa. Coloro che violano tale regola subiscono una grave pena: in tutta la casa viene appiccato il fuoco per rendere tutto cenere.
In questo futuro, a dir poco sconcertante, i vigili del fuoco non spengono gli incendi, ma li appiccano.
Guy Montag, il protagonista della storia è "l'uomo degli incendi, il pirofilo"; l'uomo che porta addosso l'odore del cherosene nonostante si lavi; un odore che non va mai via per ricordarli sempre e comunque la figura che rappresenta. Montag come tutti vive nell'oscurità e non ha alcuna certezza nella sua vita ma solo istinto; quell'istinto che lo porta a "rubare" un volume in ciascuna casa prima di appiccare il fuoco; quell'istinto che improvvisamente si sveglia a causa di una domanda posta da una ragazzina di soli tredici anni, che espone la sua triste esistenza alla riflessione:
" Siete felice?"
" Mi ha domandato se sono felice! Che razza di assurdità. Certo che sono felice. Che cosa crede che non lo sia? "
Ma una volta trovato "nelle tenebre" della sua anima, arriva la certezza .
Ma tutto può finire e ritornare nella giusta dimensione, basta volerlo e sapersi opporre a chi ha la presunzione di decidere per tutti.
Quel momento è giunto pure per Montag ; la consapevolezza di voler conoscere e sapere ponendosi mille domande: perchè, quando , come, dove. Risposte che solo tra le pagine dei libri possono nascondersi; quei libri che lui stesso ha salvato dai roghi ed impedito che diventassero cenere.
E allora inizia una nuova vita per Montag e per tutti gli altri personaggi che come lui hanno cercato di salvare quel patrimonio culturale fondamentale per l'umanità.
Bellissima la frase che racchiude la missione di ciascuno di noi nei confronti dei nostri figli e della loro generazione:
"Trasmetteremo i libri ai nostri figli, oralmente, e lasceremo ai nostri figli il compito di fare altrettanto coi loro discendenti . Ma dobbiamo piantarci nella testa che noi non siamo importanti, non dobbiamo considerarci e non dobbiamo essere dei maestri , non dobbiamo sentirci superiori a nessuno nel mondo. Non siamo che sopracoperte di volumi ed impedire alla polvere di seppellire i volumi" .
Che dire di più? Il romanzo Fahrenheit è il migliore che Ray Bradbury abbia scritto a mio avviso, in quanto io non ami particolarmente il genere fantascienza e distopico.
Ma in questo romanzo, l'autore, va oltre ed analizza l'animo umano: fino a quanto può essere malleabile ed influenzabile l'individuo?
Un romanzo "musicale" in ogni frase, parola e periodo. Scritto in maniera egregia tale da far assorbire al lettore le stesse immagini dell'autore e far sentire addosso il calore del fuoco; lo sgomento di fronte alla pira di libri che brucia fino a diventare cenere. Attraverso il linguaggio "musicale" , Bradbury ha trasformato le parole in immagini permettendo quindi al lettore di utilizzare tutti i sensi: l'olfatto per annusare l'odore sgradevole di bruciato; la vista per leggere ma "osservare" il rogo di libri; il tatto per "rubare" o cercare di salvare qualche volume dalla pira come faceva Liesel nel romanzo "La ladra di libri; l'udito per ascoltare le urla disperate dei proprietari dei libri che chiedevano pietà e clemenza; il gusto per assaporare l'amaro della tristezza e delle compresse ingerite dalla moglie vittima del sistema, di Montag.
Non mi resta che chiudere così la mia recensione per evitare lo spoiler con un'ultima citazione del libro e incitandovi alla lettura di questo stupendo romanzo che non può non essere letto.
Buona lettura e buona emozione a tutti!
" Ognuno deve lasciarsi qualche cosa dietro quando muore : un bimbo, o un libro, o un quadro, o una casa , o un muro eretto con le proprie mani, o un paio di scarpe cucite da noi. Qualche cosa insomma che la nostra mano abbia toccato in modo che la nostra anima abbia dove andare quando moriamo, e quando la gente guarderà l 'albero o il fiore che abbiamo piantato, noi saremo là" .
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