venerdì 27 ottobre 2017

Recensione: I rami del tempo di Luca Rossi





Titolo: I rami del tempo

Autore: Luca Rossi

Serie: 1 libro della serie "I rami del tempo"

Pagine: 182

Genere : fantasy






                                         Gradimento
 


Puoi continuare a vivere sapendo che tutti coloro che ti hanno amata non sono mai esistiti? ”

 Parte da questa frase  la mia recensione del romanzo fantasy di Luca Rossi “I rami del tempo”.
Un romanzo che mi ha proiettata in un mondo estraneo a me, il mondo del fantasy, il mondo del re Beanor e della sacerdotessa  Miril.

La storia inizia circa 2000 anni prima, quando l’avo sanguinario del  re Beanor, decise di annientare la popolazione delle terre del Nord  per essersi ribellata alla sua tirannia; chi riuscì a mettersi in salvo furono coloro che salparono su 4 navi direzione l’isola di Turios , le terre del Sud, con la speranza di costruire quel futuro che un re tiranno aveva brutalmente distrutto . Riuscirono a salpare sull’isola e a creare quella barriera che per duemila anni non avrebbe più consentito agli abitanti di Isk di navigare verso Sud .
Ma quel rancore e quell’ esilio forzato,  nel corso degli anni si inasprirono  e si ereditarono  di  sovrano in sovrano. Navigare verso le terre del Sud era diventato il fulcro della vita di ogni sovrano succeduto .

Ma nessuno fu in grado di abbattere quella barriera tenuta in piedi dalla forza magica di due sacerdoti.
Finchè dopo 2000 anni, il re Beanor con l’aiuto di un suo mago fidato, riuscì ad oltrepassare quella barriera uccidendo tutti gli abitanti , tranne tre: la sacerdotessa Miril e due abitanti Bashinoir e Lil.

“ Una pioggia di pietre affilate colpì gli invitati […] Ovunque, uomini, donne e bambini stramazzavano a terra . Il sangue si allargava sulla neve formando tante aureole rosse intorno ai cadaveri”.

La sopravvivenza della sacerdotessa permette ai  suoi poteri magici,  di continuare a proteggere la parte laterale della barriera e quindi continuare a vivere sull’isola. Ma affinchè tali poteri siano efficaci seppur deboli ad emanare influssi magici, la sacerdotessa doveva restare chiusa nel Tempio.

Anche dopo duemila anni il piano è fallito. Il cerchio ancora non si chiude.
 
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 Accade qualcosa di strano. I corpi di tutti gli abitanti uccisi da frecce volanti, erano spariti; non c’era più traccia dei loro corpi nella neve né macchie di sangue.
Cosa stava succedendo? Qualcuno li aveva spostati? Ma chi? Sull’isola erano rimasti solo in tre.

“ Non c’era traccia né dei resti né delle anime[…] Ma i cadaveri? Dove sono? […] Può essere stato il vento? Impossibile! “
La sacerdotessa non riesce a darsi pace; ora il suo obiettivo , oltre a proteggere la barriera , era di  scoprire al più presto dove siano andati a finire quei corpi…


“ Una lacrima le scese le scese sulla guancia"
 
Leggendo il romanzo di Luca Rossi ho viaggiato lungo voli astrali, viaggi nello spazio e viaggi temporali. L’autore mi ha catapultata con grande maestria e ingegno, nel mondo della magia nera e della magia bianca.

“Ora immaginati presso lo scoglio di Tridis, al di qua della barriera. Concentrati. Non devi focalizzare il posto. Pensa semplicemente di essere lì – d’un tratto Ilis si ritrovò in alto sul mare…”

Una continua lotta tra il bene e il male; tra forze oscure e misteriose.

La magia bianca e la magia nera sono evidenziate nei personaggi il re Beanor e la sacerdotessa Miril sia nell'uso del  linguaggio sia nello stile di vita condotto dai due sia  dal luogo in cui essi vivono.

Da un lato vi è re Beanor, un re tiranno chiuso nel suo potente castello circondato dal suo harem di mogli e da persone disposte a tradirlo. Nei capitoli in cui narra del re, l’autore utilizza un linguaggio scurrile e violento atto a mettere in risalto la prepotenza del re che limita la libertà del suo popolo obbligandolo a fare ciò che lui desidera e usa violenza fisica e vebali sulle donne considerate  solo oggetti sessuali.
Sono infatti presenti  scene violente accompagnate da linguaggio volgare.

Dall’altro lato vi è la sacerdotessa Miril , candida, pura , devota al Tempio e alla protezione del suo popolo che vive in una stupenda isola circondata dal mare e dai suoi alberi ed amata dal suo popolo.

Questo è il modo in cui Luca Rossi ci spiega  il bene e il male.
 
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In linea di massima il libro mi è piaciuto e ha catturato la mia attenzione anche se , ripeto, le scene di violenza sessuale mi hanno un po’ discostata dalla lettura. Ma cerco di andare oltre e di non soffermarmi su piccoli particolari.
Non essendo amante del genere, ho trovato l’idea buona; ho trovato un romanzo fantasy che non mi ha sottratto il sonno.
Interessato il discorso sul potere telepatico messo in atto  tra il mago  Obolil e il suo assistente Ilis e tra la sacerdotessa Miril e Lil l(a sopravvissuta). Una capacità che  ho sempre cercato di approfondire: leggere nel pensiero e conoscere le emozioni di chi è in contatto con me. Sarebbe bello fluttuare ognuno nei pensieri dell’altro. Potete crederci o meno, ma secondo me è possibile. In fondo che significa telepatia?

Semplicemente soffrire per la lontananza. Sta a significare che non si trasmette solo ciò chè bello, ma anche ciò che fa soffrire.

  • “  Dammi le mani. […] Lasciati andare ragazzo. Non cercare di resistere. […]  Tu puoi…
  • Leggere i tuoi pensieri?
  • Naturalmente ! Ma solo quando siamo fuori dal corpo.
-Ilis si sentì risucchiare in basso.  - 
  • No, non avere paura. La paura ti impedirà di proseguire…”

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Un romanzo fantasy direi storico, in quanto si racconta l’emigrazione di un popolo perseguitato dalla tirannia di un re. 
Considero il romanzo un buon libro, adatto a un pubblico maggiorenne ; adatto a chi ama il genere ma  anche a chi non lo è (come me); adatto a chi ama pensare all'esistenza di un mondo diverso e a chi ama viaggiare con la mente.
 
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Spero caro lettore di non averti annoiato, termino con la citazione di Albert Schweizer:

“Tutta la vita è un mistero.
Tutta la vita ha valore.
Solo quando riconosciamo e affermiamo la nostra affinità con tutti gli esseri viventi,
l’uomo possiederà la vera umanità”.

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