Titolo: Il collezionista dei quadri perduti
Autore: Fabio Delizzos
Editore: Newton Compton Editori
Pubblicazione: 2 Gennaio 2017
Pagine: 284
Prezzo: 2.99 Kindle; 8.42 cartaceo
Letteralmente rapita,
sin dalle prime, primissime parole. Un ritmo
serrato.
Un’atmosfera che trasporta
da subito il lettore indietro nel tempo
di quasi sei secoli.
Il libro è suddiviso in
tre parti.
Le vicende iniziano il
18 maggio 1555, il quarto giorno di
Conclave, e terminano il 16 luglio dello
stesso anno.
Mentre i cardinali sono
riuniti nella Cappella Sistina, nel silenzio
devastato dai tuoni, il cadavere
di una donna viene ripescato dalle
acque del Tevere. Tra i tanti interrogativi,
una cosa appare subito
chiara: non si tratta di suicidio.
“…una
giovane così bella, sorridente anche da morta, non poteva
essersi tolta la vita
da sola. Non era nell’ordine delle cose stabilito
da Dio.”
Si saprà solo in seguito
che il corpo senza vita restituito dalle acque
del fiume è quello della modella
Lavinia Cenci
“una bellezza che aveva
fatto perdere la testa a molti uomini e
suscitato l’invidia di tutte le donne”.
Nella stessa notte
Raphael Dardo, agente segreto e commerciante
d’arte, giunto a Roma in qualità
di agente di Cosimo de’ Medici,
duca di Firenze, è intento a trafugare
l’ennesima opera d’arte per
arricchire la sua collezione segreta di quadri
proibiti, a cui la Santa
Inquisizione dà la caccia.
“Cercare,
comprare e custodire i quadri che l’Inquisizione voleva
cancellare per sempre
dalla terra comportava dei rischi da non
sottovalutare. E lui non aveva mai
commesso la leggerezza di
dimenticarlo.”
La sua è diventata una
vera e propria missione: deve riuscire a
recuperare il maggior numero possibile
di opere d’arte che
l’Inquisizione ha giudicato eretiche, prima che vengano
distrutte,
opere che nasconde in un cimitero paleocristiano sotterraneo.
Ad aiutarlo nella sua impresa c’è Ariel Colorni, alchimista e
prestigiatore ebreo,
incuriosito da tutta quella faccenda.
“La sua era una missione pericolosa, ma lui
diceva che gli dava
forza, che lo faceva sentire dalla parte del giusto. Ariel
non
approvava, però lo capiva. Da quando il fratello di Raphael era
stato arso
vivo sul rogo, e i suoi quadri sequestrati e distrutti, lui
si era messo in
testa di salvare tutte le opere che correvano il
pericolo di essere date alle
fiamme dagli inquisitori. Questa volta,
la sua attenzione era tutta rivolta a
un pittore sconosciuto,
chiamato “l’Anonimo”, ricercato dall’Inquisizione
romana con
l’accusa di uccidere i propri modelli e realizzare i suoi dipinti
l’aiuto del diavolo.”
“L’Anonimo”, meglio
conosciuto come “l’artista del diavolo”è un
pittore che pare nessuno abbia
mai visto, e che viene raffigurato
con la testa di un caprone. Il misterioso
artista è braccato
dall’Inquisizione perché accusato di realizzare i suoi
quadri con la
magia nera e con l’aiuto del diavolo, “perché, dicono, non è
umanamente possibile ottenere figure e paesaggi così fedeli alla
realtà”. I
suoi dipinti sono così perfetti da sembrare realizzati dal
diavolo in persona.
“Era
qualcosa di mai visto prima, un’opera piccola e praticamente
priva di un’idea –
una bella donna che annusa un fiore – ma di
una magnificenza inspiegabile, come
il riflesso di una mente
chimerica, quella di un pittore forse pazzo e
indemoniato, ma di
sicuro fuori dall’ordinario.”
I messaggi criptati, contenuti
nei quadri e inviati su pezzi di carta
fatti ritrovare casualmente dall’Anonimo,
risuonano come
miserabili e immondi rigurgiti dall’inferno.
“«Chiedono
di non essere perseguitati e pretendono la liberazione
del loro complice,
eminenza. Minacciano di apporre quadri
polemici contro il Santo Uffizio e
contro la vostra persona, se non
facciamo quello che chiedono».”
Cos’ha a che vedere
l’Anonimo con Lavinia Cenci? Inizialmente, si
sa solo che la giovane ha posato
per lui in diversi quadri e in
passato aveva posato anche per Leonardo, il
fratello di Raphael.
A dare qualche indicazione in più a Dardo sarà Elena
Bandinelli,
una donna bellissima che si muove con la grazia e la delicatezza di
un angelo. Amica di Lavinia, nonché ex prostituta e modella, aveva
posato per
Leonardo Dardo e per l’Anonimo. Pur avendogli fatto
da modella, dichiara di non
aver mai visto in faccia quest’ultimo,
in quanto prima di iniziare a posare veniva
drogata.
Mistero, codici
cifrati, messaggi criptati, suspense sono gli
ingredienti di questo romanzo,
tutti sapientemente dosati.
“I
resoconti scabrosi di bizzarre cerimonie, che finivano tutte con
un’orgia,
divennero descrizioni dettagliate di veri e propri rituali
diabolici… Erano una
setta degna di Sodoma e Gomorra, e di
Babilonia; però, persone insospettabili e
potenti.
E l’Anonimo ne faceva parte… ”
La narrazione è in
terza persona, al passato. I termini sono
altamente ricercati. I dialoghi conferiscono
alla narrazione un
ritmo veloce. Nonostante ciò è un libro da leggere con
calma, con
attenzione, per la complessità delle vicende narrate e per il gran
numero di personaggi presenti: Monsignor Arquez (che, insieme ai
prelati, al
bargello e ai caporali dà la caccia agli eretici, o presunti
tali); il cardinale
Carafa (capo supremo del Santo Uffizio); Suor
Maria Angela della Torre (badessa
del monastero delle suore del
Sacro Verbo, una religiosa le cui iridi di legno
paiono attraversate
da bagliori di fuoco); Tremadio (membro della congrega di
cui
l’Anonimo fa parte); Cocco
Bernardozzo (oste amico di
Leonardo); Marco (giovane pittore che sotto effetto
della canapa si
lascia andare a confidenze); Don Pedro Vargas (ambasciatore di
Spagna, anche lui alla ricerca dell’Anonimo. Non è interessato ai
suoi quadri,
ma a lui e alla sua setta); Innocenzo del Monte (nipote
del defunto Papa Giulio
III) e Carlo Carafa (nipote del cardinale
Gian Pietro Carafa. Si dice che abbia
ucciso un Papa per favorire
l’elezione di suo zio, il cardinal Carafa. Entrambi
sono due
depravati sodomiti che stanno tramando qualcosa di grosso.
Don Pedro
Vargas e Cosimo de’ medici vogliono scoprire di cosa si
tratti e cosa c’entri
con loro l’Anonimo); Camillo Agrippa
(maestro di scherma); David Sarfatti
(ricercato dall’Inquisizione
perché acquista e fa stampare libri proibiti);
Angelo Ruffo (il cui
cadavere viene ritrovato da Raphael in avanzato stato di
decomposizione); l’Entità (un servizio segreto istituito dallo Stato
Pontificio).
E tanti, tanti altri che non ritengo opportuno
menzionare, dal momento che si
tratta di personaggi secondari.
“Il collezionista di
quadri perduti” è un romanzo che, per molti
versi, ricorda molto “Il nome della
rosa” di Umberto Eco, in parte
per i passi riportati in lingua latina e in
parte per l’atmosfera che
l’autore ha saputo sapientemente creare con le
descrizioni
suggestive e meticolose. Tali descrizioni, a mio avviso, hanno quel
di più rispetto a tanti autori letti finora. Molto suggestive le scene
che si
svolgono nei sotterranei della Basilica di San Pietro, le
Grotte Vaticane.
Devo anche dire che,
soprattutto all’inizio, il libro mi ha ricordato
Sherlock Holmes e Watson, che
ho rivisto rispettivamente in
Raphael Dardo e nel suo aiutante, Ariel, in
quanto, tramite i loro
dialoghi, il lettore è guidato nei ragionamenti che
dovrebbero
portare alla risoluzione dei misteri che aleggiano intorno
all’inquietante figura dell’Anonimo.
Inoltre, ho apprezzato
moltissimo l’abilità dell’autore nel trarre in
inganno il lettore e, con
immenso piacere, mi sono ritrovata a
cercare i dipinti menzionati nel libro,
come il “Polittico
dell’Agnello Mistico” dei fratelli Jan e Hubert van Eyck,
per
poterli ammirare, e non soltanto immaginare.
“Raphael
si sentiva come un Dante all’inferno, subissato da troppa
verità tutta insieme,
assalito dagli spettri dei dannati.”
Un romanzo che vi terrà
incollati alle pagine, in cui l’evolversi
delle indagini andrà di pari passo
con gli intrighi orditi dalle
fazioni antispagnole e antimperiali, in
particolare dalla Francia, ai
danni di Papa Marcello II, fino alle scene
finali, in cui tutto appare
finalmente chiaro, per quello che è.
Un segno che
il maligno alberga fra le sacre mura.
“Le
parole di Raphael gettavano una luce bieca su tutta l’indagine,
sull’integerrimo Gian Pietro Carafa, sul conclave, su ogni cosa.”
Libro consigliatissimo
agli amanti del genere e a chi ama la
suspance!
RECENSIONE SCRITTA DA GLORIA PIGINO
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