Titolo: Inferno
Autore: Dan Brown
Editore: Mondadori
Pagine : 522
Data pubblicazione: 20 Settembre 2016
Prezzo: kindle 7.99, cartaceo 11.25
" Inferno" è il sesto romanzo di Dan Brown.
Come lo scrittore ci ha abituati,
con i suoi romanzi precedenti, anche questo scritto è un thriller; un’intricata corsa contro il tempo in virtù della “salvaguardia del genere
umano”.
I romanzi di Dan Brown sono come
una scacchiera in cui si fronteggiano l’arte, i simboli, i codici, la storia:
le cui pedine sono mosse dall’affascinante Robert Langdon, il professore di
simbologia di Harvard, come nei suoi romanzi precedenti.
Le mosse del romanzo sono ispirate dai
misteri che il professore cercherà di svelare, i misteri che ruotano intorno all’"Inferno” dantesco, la prima cantica che apre le danze dell’imponente
Divina Commedia.
La storia ha come sfondo Firenze,
capoluogo toscano e patria di Dante stesso: leggendo “Inferno” si ha spesso la
sensazione di essere catapultati nei luoghi che via via Brown ci descrive con minuzia
di particolari: il Duomo, il Battistero, Palazzo Vecchio, e i dipinti che han
reso famosi questi luoghi.
Il primo che Langdon si ritrovera’
a studiare è “La Mappa dell’Inferno Dantesco” di Botticelli, mostruosamente e,
oserei dire, saggiamente modificata rispetto all’originale: quale mistero si
nasconde dietro questo anagramma da decifrare?
Ha forse a che fare questa volta con un conoscitore
della storia, come della Divina Commedia, come di Dante di un tal livello, da
esserne addirittura ossessionato? Con quale mente Langdon sta andando a
scontrarsi?
Sulla scacchiera pian piano le
pedine vengono mosse, secondo una trama intricata e piuttosto elaborata, ma
forse un po’ meno rispetto allo spettacolare “Codice da Vinci”, che ci ha
lasciati davvero affascinati, di fronte alla maestria dell’autore. Il ”Re”
degli scacchi, sembrera’ essere davvero irraggiungibile e invincibile: è
personificato dalla brillante mente dell’ingegneria genetica, Bertand Zobrist,
che ha originato un’arma genetica così potente da modificare il genoma umano e
la crescita futura della popolazione su territorio mondiale.
Riuscira’ Langdon
e l’OMS (Organizzazione Mondiale di Sanita’) a far scacco matto al “Re”?
Ciò che è stato davvero
affascinante in questo libro è stata la capacita’ di Brown di descrivere il
mondo della genetica e del funzionamento del DNA umano in maniera impeccabile:
frutto sicuramente dei numerosi studi, essendo per lui un argomento del tutto
estraneo, poichè un professore di storia dell’arte.
Oltre a tal risultato, anche la
sensibilità con cui affronta il tema principale che si diffonde sulla sua
scacchiera: la sovrappopolazione mondiale. Nulla da negargli o incolpargli, è
sicuramente uno dei maggior problemi di cui oggigiorno si discute, cercando di
trovare delle soluzioni quanto più possibile “etiche”: forse non dello stesso
pensiero è il personaggio di Zobrist.
Nonostante ciò, ho da muovergli
qualche critica.
Innanzitutto, troppe pagine
descrittive di monumenti e dipinti: a lettori poco amanti
dell’architettura/pittura potrebbe recar noia, se la descrizione risulta esser
troppo prolissa.
Trama intricata, ma non troppo:
spesso fin troppo semplicistica, così come il suo finale.
Dopo una lettura ricca di
suspense, a tal punto che il lettore si senta quasi di correre accanto a
Langdon, la fine si è rivelata esser troppo semplice e scontata: forse 50
pagine in più, e una “sorpresa” anche nella parte finale lo avrei preferito!
L’unica cosa che della fine ho
apprezzato è stata la parola “stelle”, con cui termina il romanzo: a pari modo
terminano le tre cantiche di Dante nella Divina Commedia.
Caro Brown, aver scelto di
ispirarti a Dante, ti ha fatto ugualmente conquistare la stima di una
classicista, come me!
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