Titolo: Le sorelle
Autore: Claire Douglas
Casa Editrice: Nord
Genere: Letteratura nordica
Anno pubblicazione: 9 Giugno 2016
Pagine: 333
Genere: Gialli e Thriller
La vede ovunque: al tavolino di un bar, alla fermata dell’autobus,
al supermercato. Ogni volta, per un istante Abi dimentica
l’incidente, dimentica che sua sorella Lucy sia morta, dimentica il
dolore che la consuma da oltre un anno. E, ogni volta, Abi rimane
inevitabilmente delusa. Ha tagliato i ponti con la famiglia, si è
isolata dagli amici e si è trasferita in un’altra città, nella speranza
di cominciare una nuova vita, però è stato inutile: nessuno
dovrebbe mai sopravvivere alla propria gemella.
Bath
è il luogo ideale per ricominciare a vivere; Abi ci crede, si
sforza di
crederlo. In realtà, di vivere non ne ha molta voglia.
"Per un secondo chiudo gli occhi e penso a com’era un tempo la
mia vita: il trambusto di Londra, il lavoro che amavo, tutte le feste
piene di lustrini e gli eventi glamour cui partecipavamo grazie al
fatto che Nia lavorava come PR nel campo della moda, Lucy e
Luke, Callum..."
Ha distrutto la propria
vita e quella di sua sorella, che rivede ogni
volta in cui si guarda allo
specchio. Per lei ha smesso di lavorare
costantemente, si è allontanata dal suo
mondo e cerca di
mantenere quel minimo di lucidità che le possa permettere di
non
commettere lo stesso sbaglio fatto in passato, in un momento di
estrema
debolezza che le ha lasciato sul corpo profonde cicatrici.
Quando incontra Bea,
sente di aver finalmente trovato la persona
giusta che le possa permettere di
andare avanti. Le ricorda tanto
la sua amata Lucy, e con lei vuole costruire
quello che ha perso
con la propria gemella.
"E allora la osservo, col suo taglio alla moda e con
l’abbigliamento perfetto, e mi rendo conto che con mia sorella non
c’entra proprio niente. Lucy era affettuosa, gentile e amorevole e,
sebbene abbiano in comune una personalità spumeggiante, a
Beatrice piace controllare le persone, si diverte ad attrarle verso il
sole per poi spingerle di nuovo nell’ombra."
All'inizio il loro rapporto è
bellissimo, tanto che, presto, Abi si
trasferisce a casa della nuova amica. La
cosa straordinaria è che
anche Bea ha un gemello: Ben. Chi meglio di loro
potrebbe capire
cosa si prova a perdere l'altra metà di se stessi?
"Ogni volta, le corro incontro, sbracciandomi per attirare la sua
attenzione, perché in quella frazione di secondo dimentico tutto. In
quel brevissimo istante lei è ancora viva. Poi, però, il ricordo di ciò
che è accaduto mi travolge e mi sommerge con uno tsunami di
emozioni. Allora mi rendo conto che non è lei, che non può essere
lei."
Ma quando si
mette di mezzo l'amore, le cose iniziano a cambiare.
Il rapporto tra i suoi due
amici gemelli ha qualcosa di strano sa
decifrare; spesso, i due sembrano
nascondere qualcosa di
importante. D'altra parte, anche lei ha un segreto che
deve
rimanere tale. Abi inizia a provare un pressante senso
d'inquietudine
quando sta con Bea e le sue coinquiline, come se
volessero tramare qualcosa
alle sue spalle, cattivi scherzi, fatti per
confonderla e farla soffrire.
L'unica cosa che potrebbe renderla
più serena è il rapporto che sta costruendo
con Ben, ma anche lui
pare combattuto tra le sue due donne: una che lo mette in
guardia,
l'altra che non vorrebbe lasciarlo andare. Abi inizia a dubitare
della
propria capacita di giudizio, forse per colpa dei farmaci che
prende; e quando
parla di alcuni strani episodi, tutti iniziano ad
aspettare una sua imminente
ricaduta. Perché la fragile psiche di
Abi le fa vedere un'aura malvagia nelle
persone che la circondano.
Deve solo capire se chi detta i suoi timori è
l'istinto o la ragione. E
soprattutto, di chi deve avere veramente paura.
La
prima cosa che sento, leggendo questo romanzo, è la sensazione
di incompletezza
nella protagonista; stato d'animo che si espande,
in maniera diversa ma
persistente a tutta la scrittura e ai
personaggi; due sono
quelli principali.
Il personaggio di Abi è complesso, pressato dal fantasma di
Lucy
che sembra oscurarla perché è sempre stata lei quella più in gamba,
o
comunque è quello che sente Abi, ossessionata dal senso di colpa
per la morte
di sua sorella.
Bea è l'incarnazione dell'ambiguità: apparentemente solare e
amorevole, l'ombra scura che è annidata in fondo al suo sguardo la
rende una
figura per la quale si prova un inquietante senso di
diffidenza. Inizialmente,
le due sembrano essere legate in maniera
profonda, come se si fossero ritrovate
dopo tanto tempo ma in
maniera sottile e subdola, l'autrice instilla il seme
della pazzia a
fare da padrone in tutta la storia. Qualche volta sembra che la
storia non sappia andare avanti, rigirando sempre sulle stesse
osservazioni; in
altre, cammina veloce e dice tanto.
In ogni caso, è una lettura che coinvolge e
non dà modo di lasciarla.
Il
doppio POV è decisamente azzeccato, dato che la prima persona
di Abi riesce a
far provare abbastanza distacco da tutti gli altri
personaggi, narrati in
terza, verso i quali si prova diffidenza, paura,
a volte invidia e rabbia.
La
Douglas manipola abilmente il giudizio del lettore, portandolo a
schierarsi
prima con uno e poi con l'altro protagonista, lasciando
sempre la porta aperta
al dubbio che indica una situazione fuori
posto, riposizionata nella propria dimensione solo
alla fine.
Lettura affascinante, carica di suspance e phatos, la consiglio a tutti
perchè penso che tutti abbiamo subito un forte dolore che ci
colpevolizza e che tutti abbiamo bisogno di trovare un appiglio per
vivere.
Claudia
Mameli
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