lunedì 3 luglio 2017

Il mio salotto letterario: intervista a Claudia Mameli


Benvenuti nel mio salotto letterario virtuale in cui intervisto i nuovi autori che recensisco, affinchè li conosciamo meglio. Non dimentichiamo che i nuovi autori di oggi saranno i Bestseller di domani. Allora avrò il piacere di affermare di averli conosciuti quando ancora non erano famosi.

Il primo invito è stato accettato da Claudia Mameli, l'autrice del romanzo" La brezza mancata" recensita giorni fa. Troverete la mia recensione all'interno del blog.

 
 
Prima dell'intervista, conosciamo meglio Claudia attraverso una sua breve biografia:
 
 
 
 
 
 
Claudia Mameli crea il blog http://ilprofumodellacarta.blogspot.it nel 2011, all'interno del quale pubblica racconti brevi e recensioni ai libri letti, foto-libro e aforismi. Nello stesso anno inizia a curare la rubrica recensioni in un giornale on line. Finita quell'esperienza, nel 2012 continua a seguire il proprio blog dando spazio soprattutto agli autori emergenti. Iniziano così le collaborazioni nei vari gruppi di lettura, prevalentemente tramite Facebook che le ha dato modo di confrontarsi sia con gli autori che con i lettori. Grazie al social conosce il Premio Letterario Internazionale Terra di Guido Cavani e, in occasione delle edizioni 2016 e 2017, fa parte della giuria al "Premio Speciale Facebook - Passione lettura".
 Nel dicembre 2016, insieme a tantissimi altri autori, l'autrice collabora con un suo racconto alla realizzazione dell'antologia benefica "Il sapore della lettura", nata da un'idea di Harry Fog e che si pone l'obiettivo di aiutare le zone colpite dai terremoti in Italia.
Nel febbraio 2017, dopo aver partecipato a diversi concorsi letterari in forma anonima sceglie di pubblicare la sua opera prima "La brezza mancata", un thriller dalle sfaccettature psico dramma il cui editing è stato curato dall'autrice Olga Gnecchi.
Per merito di quest'ultima e della passione comune per il genere, viene accolta nel sito http://thrillernord.it dapprima come ospite e in seguito come recensore all'interno della rubrica "Nuove penne".
 
 
      Leggenda : A (io)
                               B  ( Claudia)
 
A : Ciao Claudia, grazie per aver accettato il mio invito e per la fiducia che riponi in ciò che scrivo e nel mio blog. 
  B : Salve a tutti  e grazie a te  per l'ospitalità.
  A: Bene, iniziamo l'intervista. A quanti anni hai iniziato a scrivere?
  B : Come tutti i bambini ho sempre creato delle storie da raccontare e con le quali divertirmi insieme agli altri. La fantasia è lo strumento più potente dell'uomo, e infatti senza di essa non avrebbe potuto trasformare carta e penna in pc e rendere la vita più facile agli scrittori! Scherzo, dai. I miei appunti sono sempre su carta. Tornando alla domanda, ho iniziato a scrivere alle scuole medie, prevalentemente storielle horror che non ho mai pubblicato e che mai dovranno essere divulgate... 
A :  Prima o poi, troveremo qualcuno che le divulgherà, ne sono sicura!
 
    B : spero di no, ne vale del mio onore!
    A : La brezza mancata è il tuo primo romanzo o hai scritto altro?
    B : Come romanzo è il primo in assoluto. Ci ho messo tre anni e mezzo per completarlo, ma solo perché sono una gran rompiscatole e non mi andava mai veramente bene questa o quella virgola, o frase. O vicenda. O personaggio. O...
Poi l'ho affidato alla mia editor (Olga Gnecchi I LOVE FOR EVER) e ho detto basta: questa volta pubblico!
Altri miei scritti, sono racconti con i quali ho partecipato a concorsi vari e qualche antologia di svago che neanche è in commercio. C'è un unico racconto del quale voglio parlare veramente, anzi, dell'antologia che lo contiene.
Parlo de "Il sapore della lettura". Si tratta di una raccolta di racconti che hanno come tema principale una ricetta tipica del luogo da cui proviene l'autore che scrive. Nasce come intrattenimento in un gruppo fb e si trasforma infine nel tentativo di raccogliere fondi per l'Italia colpita dai terremoti del 2016. Tutto questo, grazie all'ideatore e scrittore Harry Fog.
Compratelo! ("Il sapore della lettura", non Harry!)
A :  Cosa ti ha spinto a trattare una tematica così difficile in un romanzo? Che cosa ti ha ispirato?
B : In realtà la risposta a questa domanda è più scontata di quanto si possa pensare, eppure la maggior parte delle persone non la coglie: reiterazione! Basta guardare un telegiornale per rendersi conto che quello del femminicidio è un trafiletto al quale ci siamo fin troppo abituati, tanto da non badarci quasi più. Ogni giorno si sente una nuova storia di donne, madri e bambini, e qui non faccio distinzioni tra maschi e femmine. Storie nuove e allo stesso tempo già viste che lasciano l'amaro in bocca nel momento in cui vengono passate in tv e in radio, ma che poi vengono subito dimenticate perché non si ha modo di ragionare seriamente su quale sia il vero significato di violenza sessuale. Le istituzioni fanno ben poco per tutelare chi denuncia, basta pensare alle tante donne uccise dai propri ex compagni segnalati alle forze dell'ordine, mai state protette veramente. Le varie organizzazioni cercano in ogni modo di porre l'attenzione su questo tema terrificante e raccogliere fondi per il sostegno e la tutela delle vittime di abuso, cosa assolutamente onorevole! Comunque, non penso basti mostrare un volto tumefatto in uno spot pubblicitario, far girare le catene della solidarietà o scendere in piazza. Ormai le proteste non le ascolta più nessuno. Le storie vanno fatte conoscere cercando di scavalcare il "prima". Mi spiego meglio: trovo giustissimo riportare nei tg la notizia delle aggressioni e, purtroppo, delle morti per mano di uomini violenti (ma anche di donne, per carità!); mostrare i segni sul corpo e chiedere giustizia allo Stato. Quello che vorrei si facesse con più frequenza è parlare di cosa accade dopo l'evento traumatico, perchè non si tratta solo di ferite fisiche ma anche psicologiche, e credo che queste ultime siano quelle che lasciano maggiormente il segno perchè il dolore interiore è più difficile da metabolizzare, lascia segni invisibili che pian piano logorano l'anima.  Il mio obiettivo è proprio quello di far aprire gli occhi a chi vede solo una parte della storia, spronare alla denuncia e far riflettere tutti gli uomini, ragazzi e bambini, sulle conseguenze di una violenza sessuale. Bisogna parlare apertamente anche con i più piccoli, senza nascondersi dietro l'omertà che deriva dal luogo comune che il silenzio li protegge, perchè se non sanno da cosa difendersi non potranno reagire. Ecco, in sostanza vorrei fare la mia parte per sensibilizzare maggiormente questo triste fenomeno.
 A : Sono perfettamente d'accordo con te. Proprio per queste motivazioni ho inserito il tuo romanzo nella categoria romanzo sociale e di formazione personale.
 L'educazione al sentimento deve avvenire dapprima all'interno della famigli , essendo la prima comunità educativa, e poi proseguire in tutti gli ordini e i gradi scolastici.
B : Si, vero. Ma ancora ciò non avviene e se anche dovesse avvenire, è piuttosto superficiale.
A : Chi sono i tuoi scrittori preferiti? Hanno in qualche modo influenzato la tua formazione d'autore?
B : Bella domanda! Partiamo dal Re del male: Stephen King! Lui è in assoluto il mio primo amore adolescenziale, grazie al quale ho sviluppato una sincera simpatia per quella strana pratica chiamata circuizione. Lui è in grado di trasportare il lettore nell'angolo più buio della propria mente e lasciarlo lì fino a quando non decide di liberarlo; questo significa che sa plasmare il pensiero, e per poterlo fare è indubbio che sia anche  in grado di comprendere tutte le sfumature delle emozioni per usarle come meglio crede. Io ho ancora tanto da imparare, ma sto cercando di impegnarmi al massimo. Mentre scoprivo nuovi autori che mi facevano interrogare su come si dovrebbe scrivere la storia perfetta, (quella che lascia tutti contenti, per intenderci) dopo di lui è arrivato Hemingway a farmi capire che il romanzo perfetto non deve per forza essere anche bello, simpatico e dal finale da favola. Le storie raccontate con violenta passione, incomprensibili riflessioni e cruda trasposizione degli elementi possono dare veramente tanto.
Da Khaled Hosseini ho invece cercato di assimilare la capacità di comunicare le emozioni. Infine c'è la mia icona femminile Virginia Woolf, che con i suoi voli pindarici e le introspezioni che schiacciava come mosche sulle pagine dei suoi scritti, mi ha dato il coraggio di mettere su carta la mia interiorità senza preoccuparmi che tutti la possano comprendere. E di questo poco male, dato che non mi capisco neppure io! Ci sarebbero tanti altri autori che hanno lasciato un segno nel mio cuore ma ci vorrebbe troppo per elencarli tutti.
A : Tutti nomi eccellenti, complimenti. Buoni maestri che ti hanno aiutata a diventare quella che sei oggi.
Ti ringrazio per la tua disponibilità e per la tua presenza nel mio piccolo blog, che spero un giorno crescerà.
Ti saluto, aspetto il tuo prossimo romanzo per recensirlo.
B : Grazie di cuore per l'ospitalità e... A presto!
 
 
 
La mia lunga intervista finisce qui, ringrazio ancora una volta Claudia e ringrazio tutti voi per l'attenzione, alla prossima settimana per una nuova intervista.
Buona lettura ricordandovi che la lettura è soprattutto avventura.
La vostra Emanuela
 
 
 

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