Recensione libro
Le alternative dell'amore di Lorenzo Licalzi
Rizzoli
Scheda tecnica
Titolo: Le alternative dell'amore
Autore: Lorenzo Licalzi
Editore: Rizzoli
Pagine: 315
Formato: Kindle e copertina flessibile
Genere: Narrativa contemporanea
Pubblicazione: 5 Febbraio 2019
Questo romanzo parla d'amore e di guerra, di verità nascoste e coincidenze che forse tali non sono. Ma anche di cibo, di vini eccellenti e di un posto bellissimo come la Borgogna. Due storie che si intrecciano a settant'anni di distanza l'una dall'altra: quella di Tristan Dubois, giovane scrittore parigino che si rifugia in un piccolo paese nel cuore della Côte d'Or in cerca dell'ispirazione perduta e per riconciliarsi con il ricordo di Isabelle, che lo ha lasciato quattro mesi prima, ma che continua ad amare; e quella di Wilfred Baumann, ex ufficiale nazista che durante l'occupazione tedesca in Francia comandava un piccolo plotone dislocato nello stesso paese in cui, per oscure ragioni, è tornato a vivere dopo anni, comprando la grande villa che a quel tempo era la sede dei soldati. Gli abitanti del posto ne parlano mal volentieri e dipingono Baumann come una persona spregevole che si è macchiata di crimini orrendi, tra cui la fucilazione di dieci civili e l'istigazione al suicidio o addirittura l'omicidio di una giovane cameriera che lavorava nella villa. Dubois, incuriosito dalla vicenda del vecchio ufficiale, comincia a indagare sul suo passato, scontrandosi contro un muro di omertà. L'incontro tra i due uomini sarà illuminante per entrambi e cambierà le loro vite, in un turbinio di emozioni.
“Un amore impossibile
al punto da fargli dubitare che potesse essere vero”
Tristan Dubois è un giovane scrittore parigino divenuto famoso con il suo unico libro “Le alternative dell’amore”. Dopo quel periodo, attraversa un momento di crisi dovuto anche alla fine della sua storia con Isabelle, il
grande amore della sua vita.
Il suo editore, per aiutarlo a ritrovare estro e motivazione,
lo invita a trascorrere un periodo nella sua casa di Morgy, in Borgogna,
lontano dalla vita di tutti i giorni, e immerso in quella tranquillità che solo un
piccolo paese come quello riesce a dare.
Tristan si ambiente subito facilmente, facendo conoscenza con
gli abitanti di Morgy, e adattandosi alla loro vita iniziando davvero a
rilassarsi.
Finchè la sua curiosità non lo porta ad indagare su Wilfred
Baumann, un ex ufficiale nazista che comandava un plotone durante l’occupazione
tedesca della Francia, tornato a vivere nella villa che un tempo fu sede dei
soldati.
Tristan capisce che la sua presenza lì nasconde di sicuro una
storia interessante, e inizia a fare domande su di lui, ma gli abitanti di
Morgy gli dimostrano subito il loro astio nei confronti del misterioso tedesco
accusandolo di essersi macchiato di crimini orrendi.
Baumann informato della presenza di Tristan in paese, lo contatta invitandolo a
casa sua e affidandogli il suo prezioso diario allo scopo di poter scrivere un
libro su di lui svelando finalmente molte verità.
Riuscirà Tristan a scoprire i motivi dell’astio degli
abitanti di Morgy nei confronti di Baumann?
Potrà, anche grazie all’aiuto del diario, tornare a scrivere
e provare a recuperare una parte della sua vita persa in modo ingenuo?
Un libro scritto in maniera semplice, dalla penna di un
autore che amo, che ho imparato ad apprezzare libro dopo libro, e che aspetto
sempre con grande trepidazione; raccontato in prima persona dalla voce ironica
di Tristan, è una storia emozionante e avvincente che tiene incollati alle
pagine in maniera magnetica.
“Ti amo, ti amerò per
tutta la vita, e una vita non mi basterà. Verrà il giorno in cui tutti noi che
nel mondo siamo vivi adesso saremo morti , quel giorno io rinascerò, e se anche
tu sarai rinato, ti troveròl, dovunque nel mondo tu sia, ovunque io possa
essere.”
La prima cosa che colpisce, è la serenità che l’ambientazione
in Borgogna (ammetto che mi è venuta voglia di andarci), regala alla storia,
anche grazie alle descrizioni dettagliate di paesaggi, cibi, vini e tutto ciò
che rende il paese così caratteristico.
E’ molto bello l’impegno con cui Tristan fa di tutto per
aiutare Baumann vedendo la sua storia come una grande possibilità per tornare a
scrivere e soprattutto cercare di riavvicinarsi ad Isabelle.
Questo era amore a
prima vista, amore duraturo: un sentimento sconosciuto, insperato, inaspettato
per quanto concerneva una questione di consapevolezza cosciente. Prese
interamente possesso di lui, ed egli comprese, con gioiosa sorpresa, che era
per tutta la vita.
L’ufficiale tedesco scopre piano piano le sue carte, e
Tristan trova molte similitudini tra la sua storia e quello che Baumann provava per Constance,
il suo grande amore ai tempi della guerra, a riprova del fatto che il vero
amore, se sincero e corrisposto, supera i tempi, le difficoltà,e riesce a dare
tante emozioni.
L’amore in qualsiasi sua
forma, è una forza emotiva che non ha alternative se è davvero tale, vince su
tutto, ebbene il nostro non le aveva, andava oltre ogni ostacolo, ogni
compromesso, ogni razionalizzazione oltre la mia divisa, il fatto che fossimo
nemici, invasori, odiati da tutto il paese, da tutti i francesi, nulla contava,
nulla poteva scalfirlo, è stato un amore travolgente, visto che ha travolto lei
e anche me.
Le due storie d’amore, anche se a distanza di molti anni
viaggiano parallele, e il giovane scrittore trova in quell’anziano soldato,
accusato da tutti di essere un violento, un alleato, un appoggio verso la vera
felicità.
E però raramente, ma
vorrei dire eccezionalmente, capita di incontrare una persona con la quale i
gradi di compatibilità, per qualche misterioso motivo, sono assoluti, forse ne
esiste soltanto una sulla faccia della terra, o forse addirittura quelle due
persone sono vissute in epoche diverse e dunque non si possono incontrare, ma
se si incontrano, se le strade delle loro vite si incrociano, quell’amore sarà
per sempre.
Consiglio questo libro, come del resto tutti quelli di
Lorenzo Licalzi, perché riesce davvero a coinvolgere il lettore, grazie a
storie semplici di vita vissuta.
Leggetelo! Sarà davvero una bella emozione.
“Isabelle era la donna
dei contrasti, la parte femminile di un sinonimo che c’è nel suo contrario.”